ASIA CENTRALE. Tutti alla corte di Xi Jinping

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Il presidente Xi Jinping ospiterà un vertice di due giorni con i leader di cinque nazioni dell’Asia centrale la prossima settimana, ha dichiarato l’8 maggio Pechino, mentre la Cina si muove per aumentare la sua influenza nella regione.

I leader di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan dovrebbero partecipare al vertice Cina-Asia centrale che si terrà dal 18 al 19 maggio, ha dichiarato il ministero degli Esteri cinese, ripreso da Digital Journal.

Il vertice nella città di Xi’an è il primo del suo genere, secondo i media statali cinesi, e si concentrerà sul rafforzamento dei legami economici e diplomatici con Pechino.

La Cina, secondo consumatore mondiale di energia, ha investito miliardi di dollari per sfruttare le riserve di gas naturale in Asia centrale.

I collegamenti ferroviari che collegano la Cina all’Europa attraversano la regione e sono fondamentali per il successo del progetto infrastrutturale globale da mille miliardi di dollari di Xi, la Belt and Road Initiative.

Pechino aderisce a una politica di “buon vicinato e amicizia” nei confronti dell’Asia centrale, ha dichiarato il mese scorso il ministro degli Esteri Qin Gang durante un incontro con le sue controparti regionali nel nord-ovest di Xi’an.

«Tutte le parti hanno ribadito… il fermo sostegno reciproco su questioni che riguardano i rispettivi interessi fondamentali, la ferma opposizione all’interferenza esterna negli affari interni e il deciso rifiuto di… forze che creano caos e turbolenze in Asia centrale», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri cinese sull’incontro.

Le repubbliche dell’Asia centrale facevano parte dell’Unione Sovietica e sono state governate da san Pietroburgo/Mosca dalla metà del XIX secolo.

Ma l’influenza della Russia è stata messa sempre più in discussione dopo l’invasione dell’Ucraina, e Pechino sta corteggiando i tradizionali alleati di Mosca nella regione.

Nel 2022, le esportazioni cinesi verso l’Asia centrale sono cresciute del 60% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 1,4 miliardi di dollari, secondo i dati pubblicati il mese scorso dal ministero del Commercio cinese.

Nel settembre dello scorso anno, Xi si è recato in Kazakistan per il suo primo viaggio all’estero dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus.

I Paesi, tra cui il Kazakistan, che confinano con la regione nord-occidentale cinese dello Xinjiang, sono rimasti fino ad ora in silenzio di fronte alle accuse di violazioni dei diritti umani da parte di Pechino nei confronti degli uiguri e di altre minoranze musulmane.

Luigi Medici

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