Mentre l’attenzione del mondo si sposta sui punti critici in Europa e nel Pacifico, una nuova lotta per l’influenza si sta svolgendo silenziosamente nel cuore dell’Asia. Turchia, Iran e India stanno portando i propri punti di forza e strategie sul tavolo nel tentativo di plasmare il futuro dell’Asia centrale.
Questa moderna versione del “Grande Gioco” si sta svolgendo sullo sfondo di mutevoli priorità geopolitiche. La Russia, da tempo la forza dominante nella regione, vede la sua attenzione e le sue risorse sempre più consumate dal conflitto in Ucraina. Gli Stati Uniti, dopo essersi ritirati dall’Afghanistan, sono preoccupati dalle sfide nell’Indo-Pacifico. La Cina, pur essendo ancora un attore significativo attraverso la sua Belt and Road Initiative, sta vivendo forti pressioni economiche interne e tensioni su Taiwan.
La strategia di Ankara ruota attorno allo sviluppo del “Corridoio di mezzo”, una rotta che collega la Cina all’Europa attraverso l’Asia centrale, il Caucaso e la Turchia. Questa visione si allinea perfettamente con il desiderio della Turchia di sfruttare la sua posizione geografica come ponte tra Oriente e Occidente.
Erdogan è stato particolarmente attivo nel promuovere questa iniziativa, vedendola come un modo per aumentare l’influenza economica e politica della Turchia. Il paese ha investito molto in progetti infrastrutturali in tutta l’Asia centrale, dalle ferrovie agli hub logistici, puntando a posizionarsi come il collegamento indispensabile in questa nuova Via della seta.
Grande ostacolo è la presenza dell’Armenia la creazione del “Corridoio Zangezur”. È una questione controversa, non da ultimo perché ha fatto suonare campanelli d’allarme a Teheran.
L’Iran, da parte sua, si considera il partner naturale dell’Asia centrale. Con un patrimonio culturale e storico condiviso e, soprattutto, un confine terrestre diretto con il Turkmenistan, l’Iran offre agli stati dell’Asia centrale la via più diretta verso le acque internazionali.
L’approccio di Teheran è multiforme. Ha promosso i suoi porti meridionali, come Chabahar, come la via di esportazione ideale per i paesi dell’Asia centrale senza sbocco sul mare. La strategia dell’Iran va oltre l’economia: Teheran si è posizionata come un partner affidabile negli sforzi antiterrorismo. L’inaugurazione di una linea di produzione di droni in Tagikistan lo scorso anno è stato un chiaro segnale della volontà dell’Iran di impegnarsi nella cooperazione militare con gli stati dell’Asia centrale.
Inoltre, l’Iran vede l’impegno con l’Asia centrale come un modo per mitigare l’impatto delle sanzioni occidentali. Promuovendo legami più stretti con i suoi vicini settentrionali, Teheran spera di creare nuove linee di vita economiche e ridurre il suo isolamento internazionale.
L’India porta la sua proposta unica all’Asia centrale. Come la più grande democrazia del mondo e un’economia in rapida crescita, Nuova Delhi si presenta come un’alternativa sia al paternalismo russo che al predominio economico cinese. L’obiettivo principale dell’India è stato quello di migliorare la connettività. Il fulcro di questa strategia è il Corridoio di trasporto internazionale nord-sud, una rete multimodale di rotte marittime, ferroviarie e stradali per lo spostamento di merci tra India, Iran, Afghanistan, Asia centrale ed Europa.
Al centro di questa visione c’è lo sviluppo del porto iraniano di Chabahar, in cui l’India ha investito in modo significativo. Questo progetto mira a bypassare il Pakistan, offrendo all’India una rotta diretta per l’Afghanistan e l’Asia centrale, nonostante la nascita dell’Emirato Islamico d’Afghanistan. L’India ha sfruttato il suo soft power, offrendo borse di studio agli studenti dell’Asia centrale e promuovendo scambi culturali; ha anche ampliato la sua cooperazione in materia di sicurezza, conducendo esercitazioni militari congiunte e offrendo programmi di formazione militare.
Emergono diverse domande: la Turchia può superare gli ostacoli geografici e politici per realizzare la sua visione del Middle Corridor? La combinazione di legami culturali, prossimità geografica e cooperazione militare dell’Iran si rivelerà convincente per i leader dell’Asia centrale? L’India può tradurre il suo soft power e le sue credenziali democratiche in un’influenza tangibile?
Ad oggi, l’Asia centrale, a lungo considerata un’area marginale negli affari globali, sta di nuovo tornando centrale della competizione internazionale.
Anna Lotti
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