I Paesi dell’Asia centrale dovrebbero tenersi fuori dai conflitti geopolitici, ha ammonito il ministro degli Esteri cinese Wang Yi durante una visita in Kazakistan.
Wang aveva chiaramente in mente un pubblico al di fuori dell’Asia centrale quando ha esortato che «la regione dovrebbe stare in guardia contro i tentativi di forze esterne alla regione di attirare i Paesi regionali in conflitti tra grandi potenze e costringerli a schierarsi», riporta BneIntellinews.
Ma ai governi dell’Asia centrale si potrebbe perdonare di aver interpretato questo paternalismo come un tentativo da parte del paese vicino di imporre come gestire la propria politica estera.
Il ministero degli Esteri cinese ha illustrato la posizione di Pechino in un comunicato stampa dopo l’incontro di Wang con il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev a Nur-Sultan il 7 giugno: i due hanno «espresso profonda preoccupazione per le gravi ripercussioni della crisi ucraina (…) La Cina spera che i Paesi dell’Asia centrale restino fermi, eliminino le interferenze, rafforzino il coordinamento, cooperino in buona fede e salvaguardino la pace e la stabilità regionale (…) La Cina non ha mai cercato interessi geopolitici in Asia centrale e non ha mai permesso a forze non regionali di creare problemi nella regione».
Si fa un velato, ma non tanto, riferimento agli Stati Uniti, che hanno condannato fermamente la guerra della Russia in Ucraina e introdotto sanzioni, insieme al resto del mondo occidentale.
La Cina non ha condannato l’aggressione della Russia, ma ha condannato quelle che considera sanzioni internazionali “illegali” contro il suo partner Russia definendole come «terrorismo finanziario» e «armi economiche».
Il Kazakistan e altri Stati dell’Asia centrale hanno cercato di prendere le distanze dalla Russia in merito alla guerra, senza condannare apertamente il loro alleato. Il resoconto dell’incontro, fornito dall’ufficio di Tokayev, ha evitato accuratamente di menzionare la conferenza di Wang.
Si è invece concentrata sulla trasmissione da parte di Wang del sostegno del Presidente cinese Xi Jinping all’agenda politica interna di Tokayev. Si è parlato anche dell’intenzione di Xi di visitare il Kazakistan in autunno.
L’8 giugno Wang si è recato a Nur-Sultan per un incontro con i ministri degli Esteri regionali, il terzo di un formato relativamente nuovo chiamato Asia Centrale-Cina.
L’incontro si è concluso con dichiarazioni generiche sul rafforzamento della cooperazione come «fattore importante per uno sviluppo socioeconomico sostenibile e per il mantenimento della pace, della stabilità e della sicurezza nella regione».
I governi dell’Asia centrale hanno utilizzato i colloqui per spingere a migliorare i collegamenti di trasporto con la Cina. Uno dei progetti presi in considerazione è quello di una ferrovia che colleghi la Cina all’Uzbekistan passando per il Kirghizistan, progetto che era stato ipotizzato per la prima volta più di due decenni fa e che è di nuovo all’ordine del giorno.
Il mese scorso il primo ministro kirghiso Akylbek Japarov ha dichiarato che i governi si stavano preparando a firmare un accordo a settembre per avviare la costruzione della linea Cku, anche se prima era necessario concordare un percorso e completare uno studio di fattibilità. Il Presidente del Kirghizistan Sadyr Japarov ha poi affermato che la costruzione potrebbe iniziare l’anno prossimo.
Il fatto che queste affermazioni siano state riprese e citate dal cinese Global Times, ha rafforzato l’idea che il progetto stia prendendo piede negli ambienti cinesi e in quelli dell’Asia centrale. L’argomento è emerso negli incontri bilaterali di Wang con i ministri degli Esteri di Kirghizistan e Uzbekistan.
Wang ha concordato con il ministro degli Esteri kirghiso Jeenbek Kulubayev di «far avanzare i preparativi per la costruzione della ferrovia Cina-Kirghizistan-Uzbekistan e completare lo studio di fattibilità del progetto il prima possibile», ha dichiarato il suo ministero.
Con Vladimir Norov, ministro degli Esteri ad interim dell’Uzbekistan, Wang ha concordato di «esplorare modi per accelerare la costruzione diversificata della ferrovia Cina-Kirghizistan-Uzbekistan e di altri canali di trasporto».
Anna Lotti