Le pretese cinesi preoccupano l’ASEAN

245

MALESIA – Kota Kinabalu 28/01/2015. I ministri degli Esteri del sud est asiatico, il 28 gennaio, hanno espresso la loro preoccupazione per le pretese territoriali cinesi nel Mar Cinese Meridionale, dopo che le Filippine li avevano esortati a contrastare le mosse di Pechino.

La dichiarazione è arrivata dopo che Manila aveva avvertito i paesi Asean, riuniti appunto in Malesia, paese che detiene la presidenza della struttura per il 2015, che la credibilità dell’organizzazione era in gioco a meno che non si fosse affrontata fortemente questa «questione critica in casa nostra». «Nel meeting sono state condivise le preoccupazioni sollevate da alcuni ministri degli esteri per le pretesi cinesi nel Mar Cinese Meridionale» si legge nella dichiarazione finale del ministro degli Esteri malese, Anifah Aman, in cui non è menzionato nessun paese specifico. Nella dichiarazione di Anifah si invita l’Asean a intensificare gli sforzi per raggiungere l’attuazione di un codice di condotta nel Mar Cinese meridionale al fine di prevenire conflitti. Dopo anni di pressioni, la Cina ha accettato, nel 2013, di partecipare a colloqui con l’organismo sulla questione. Cercando di non sconvolgere i rapporti con la Cina, l’Asean ha per anni risposto con cautela all’attivismo politico cinese nel Mar Cinese Meridionale: Pechino rivendica quasi tutta l’area marina, una posizione in conflitto con Brunei, Malaysia, Filippine e Vietnam, membri Asean e Taiwan. Il ministro degli Esteri filippino Albert del Rosario, aveva denunciato in precedenza che Pechino stava cercando di costruire isole artificiali intorno alle isole Spratly, che potrebbero contenere posizioni fortificate o piste di atterraggio. Il ministero degli Esteri cinese ha respinto le accuse di Manila affermando che «i piccoli paesi non possono creare problemi dal nulla». Del Rosario ha detto la pretesa cinese pregiudicherebbe la libertà di navigazione nelle acque, attraverso la quale passa gran parte del commercio mondiale.