ARTICO. La Siberia artica va a fuoco

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Un’ondata di caldo continua a colpire gran parte dell’Artico russo, scatenando pericolosi incendi della tundra che hanno spinto alcuni distretti remoti a dichiarare lo stato di emergenza. Gran parte della Siberia quest’anno è stata testimone di temperature fuori stagione, quasi 6 gradi più alte del normale negli ultimi due mesi. Il capo del servizio meteorologico russo ha attribuito la responsabilità della situazione al cambiamento climatico provocato dall’uomo.

«Abbiamo avuto un tempo estremamente anomalo a giugno», ha detto Roman Vilfand, ripreso da Afp, aggiungendo che «i record precedenti sono stati battuti facilmente. Appena un paio di settimane fa, la piccola città siberiana di Verkhoyansk, ha raggiunto la bruciante temperatura di 38 gradi», ha detto Vilfand.

La lettura della temperatura è ancora in fase di verifica da parte dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, ma se venisse confermata, sarà la temperatura più calda mai registrata nel Circolo Polare Artico. La lettura iniziale della temperatura è stata condotta da Pogoda i Klimat, un sito web che raccoglie dati meteorologici russi, riporta The National Interest.

Vilfand ha poi detto che la preoccupante tendenza dei cieli più soleggiati e delle temperature più calde è guidata dai cambiamenti nella circolazione atmosferica; secondo lui tutto è collegato al fenomeno più frequente degli anticicloni polari, che aumentano il numero di giorni di cielo soleggiato. Senza nuvole a bloccare i raggi del sole, il terreno è molto più caldo durante i mesi estivi nell’Artico.

In precedenza «i meteorologi non hanno notato spesso situazioni di pericolo di incendio nelle regioni polari. È una situazione sorprendente. Gli anticicloni si verificano sempre più spesso e non si può mai prevedere dove si verificheranno. Questo è il problema più importante del cambiamento climatico e il risultato del cambiamento climatico», ha detto Vilfand.

Studi precedenti hanno dimostrato che l’Artico si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto al resto del pianeta attraverso un processo noto come amplificazione artica.

In mezzo al crescente scioglimento dei ghiacci nella regione, questo porta ad un manto nevoso stagionale che non è così bianco e assorbe naturalmente più luce solare – creando un maggiore riscaldamento, secondo l’Amministrazione Nazionale Oceanica e Atmosferica. Il ghiaccio del mare Artico ha perso il 70% del suo volume estivo dagli anni Settanta del Novecento.

Anna Lotti