Armi dagli Usa e soldi dal Qatar per Il Cairo

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EGITTO – Il Cairo. Il governo della Fratellanza musulmana prosegue nella sua particolare conduzione della politica estera dello strategico Paese mediterraneo: ricevere aiuti da diverse parti, spesso contrapposte, in nome della realpolik del nuovo corso politico oppure in nome del comune credo religioso o di un rinnovato senso di “egemonia” storico-filosofica nei confronti degli altri Paesi dello scacchiere. Stavolta si stratta di soldi dal Qatar e armi dagli Usa.

Il ministro delle Finanze del Qatar Youssef Hussein Kamal ha incontrato, il 17 gennaio, il ministro egiziano degli Investimenti Osama Salehper discutere di comuni progetti di investimento.

I due ministri hanno convenuto di completare gli studi iniziali per una serie di progetti che il Qatar sarebbe per finanziare e l’Egitto potrebbe realizzare, compresi una serie di progetti energetici, ha detto Saleh in conferenza stampa.

Kamal ha poi detto che avrebbe incontrato il Primo Ministro Hesham Qandil e i ministri delle Finanze, dell’Industria e del Commercio per discutere ulteriormente i progetti sul tavolo e iniziare la redazione di accordi tra i due Paesi. La proposta riguarda la realizzazione di un piano di sviluppo integrato a East Port Said. Il Qatar ha già investito miliardi di dollari nel paese, ha poi aggiunto Kamal.

Venendo alle armi, varchiamo l’oceano e arriviamo a Washington.

Gli Stati Uniti stanno per inviare un gruppo di F-16 aerei da combattimento e 200 carri armati militari in Egitto il 21 gennaio, nonostante l’opposizione di alcuni membri del Congresso.

Il Congresso non ha cambiato le leggi in materia di vendita di armi in Egitto, in conseguenza del cambio di regime. Dalla firma del trattato di pace con Israele nel 1979, l’Egitto ha ricevuto 1,3 miliardi di dollari in aiuti militari annuali dagli Stati Uniti. Dopo che i Fratelli musulmani hanno preso il potere e il governo del presidente Mohamed Morsy si è insediato, il Congresso si è diviso sulle forniture: alcuni membri del Congresso hanno chiesto il taglio degli aiuti all’Egitto, preoccupati dall’integralismo religioso che sembra dominare la nuova politica del Cairo.