ARMENIA. Operativa la centrale elettrica targata Italia

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Un investimento da 258,5 milioni della durata di 25 anni finanziato insieme ad un pool di investitori coordinati da IFC (parte del Gruppo Banca Mondiale) e di cui fanno anche parte Simest e Siemens: è questa il progetto portato a termine dall’Italiana Renco per la costruzione di una centrale elettrica da 254 MW a Yerevan in Armenia.

Il Progetto da parte della società leader nel EPC (engeenering, procurement, construction) nel settore del gas e nella produzione di energia, produrrà circa il 20% del fabbisogno energetico dell’Armenia,

La centrale è entrata in funzione il 29 novembre, per i prossimi 25 anni sarà in mano a Renco, Simest e alla tedesca Siemens per una quota pari al 60%, inoltre, il gas necessario per il funzionamento della centrale sarà fornito da Gazprom Armenia, mentre tutta l’energia elettrica prodotta verrà acquistata dallo Stato.

Il progetto si è rivelato un grande successo per la società pesarese, che è riuscita a portare a termine nei tempi nonostante una serie di problematiche sociopolitiche che hanno colpito il paese (la Rivoluzione di Velluto del 2018, la Guerra dei 40 giorni con l’Azerbaigian nel 2020 e la pandemia da Covid. La cerimonia di inizio lavori della centrale, con la partecipazione del primo ministro Pashinyan ha avuto luogo il 12 luglio 2019.

Il primo ministro Nikol Pashinyan ha partecipato alla cerimonia di apertura, accompagnato dall’amministratore delegato di Renko, Giovanni Rubini, riporta Bank.am.

1.200 dipendenti sono stati coinvolti nei lavori di costruzione, e dopo la messa in funzione della centrale.

Dopo l’Armenia, Renco ha intende investire in Mozambico, Arabia e Kazakistan, dove il gruppo pesarese ha solide relazioni istituzionali, e in altri Paesi in via di sviluppo.

La transizione energetica sta spingendo i numeri del gruppo, che chiuderà quest’anno con un fatturato sui 300 milioni di euro.

Il mercato dell’energia sta divenendo sempre più in un mercato complesso, ma certamente con margini di guadagno sempre più crescenti.

Salvatore Nicoletta