Secondo l’Istituto nazionale di statistica e censimento argentino (Indec), l’indice dei prezzi al consumo, Ipc, dell’Argentina per il mese di febbraio 2023 si è attestato al 6,6%, con un’inflazione interannuale del 102,5%. In questo scenario, fonti del ministero dell’Economia citate dai media di Buenos Aires hanno ammesso la possibilità di non raggiungere l’obiettivo del 60% annuo indicato nel Bilancio 2023.
Finora, nel 2023, l’Ipc ha accumulato un aumento del 13,1%. Il 6,6% di febbraio è stato il terzo aumento mensile dei prezzi più alto degli ultimi tempi, dopo il 7% registrato nell’agosto 2022 e il 7,4% di luglio, riporta MercoPress.
L’aumento più elevato del mese è stato quello dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche, un più 9,8%, dovuto principalmente all’aumento del prezzo della carne e dei sottoprodotti, oltre che del latte, dei prodotti lattiero-caseari e delle uova, dovuto essenzialmente alla siccità in corso e all’aumento dei costi dei mangimi.
Solo due regioni hanno registrato un’inflazione inferiore alla media nazionale: la Pampa, con 6,4%, e la Patagonia con 5,8%, mentre la Grande Buenos Aires e Cuyo hanno registrato il 6,7%, il Nord-Ovest il 7,3% e il Nord-Est il 7,8%.
Le categorie più importanti del paniere dell’Ipc nell’area della Grande Buenos Aires sono i prodotti alimentari e le bevande (23% del peso totale), i trasporti (12%) e i ristoranti e gli alberghi (11%). L’abitazione e le utenze (11%); la salute (9%); l’abbigliamento e le calzature (9%); la ricreazione e la cultura (8%); la manutenzione e le attrezzature per la casa (6%); i beni e i servizi vari (4%); le bevande alcoliche e il tabacco (3%); l’istruzione (3%) e le comunicazioni (3%) per il resto. L’indice Ipc ha una base di 100 a dicembre 2016 e copre l’area metropolitana di Buenos Aires e i suoi 24 distretti.
Aumenti elevati sono stati registrati anche nelle Comunicazioni (7,8%), nei Ristoranti e alberghi (7,5%), a causa degli aggiustamenti stagionali, nelle Assicurazioni sanitarie (5,3%), nei Carburanti e trasporti (4,9%), nei Servizi di pubblica utilità (4,8%), nell’Abbigliamento e calzature (3,9%) e nell’Istruzione (3,2%).
Fonti del Ministero dell’Economia hanno inoltre dichiarato di sperare che gli effetti del cosiddetto programma di prezzi equi abbiano un impatto sull’inflazione mensile a partire da marzo.
Tommaso Dal Passo