ARGENTINA – Buenos Aires 23/09/2015. La capitale argentina ha ospitato autorità musulmane e cattoliche per la “Conferenza internazionale sulla promozione di una cultura di mutuo rispetto e umana solidarietà fra i religiosi”.
L’incontro ecumenico del 18 e 19 settembre, nella terra di papa Francesco, è stato promosso dal Vaticano e dall’Isesco (Islamic Educational, Scientific and Cultural Organization), fra le più prestigiose istituzioni del mondo islamico, alla presenza delle autorità del governo argentino fra cui il vice cancelliere della Repubblica, Eduardo Zuain. L’imam Yahya Pallavicini, presidente per l’Isesco del Supremo Consiglio per l’Educazione, la Scienza e la Cultura per i musulmani in Occidente, ha coordinato alcune sessioni assieme a una delegazione della Santa Sede rappresentata dal cardinal Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (premiato dalle autorità argentine per la sua instancabile attività ecumenica e pastorale) e dal direttore dello stesso, Miguel Angel Ayuso.
Fra i relatori anche il direttore generale dell’Isesco, Abdulaziz Othman Altwaijri, rappresentanti del governo argentino, Omar Abboud, presidente dell’Istituto per il dialogo interreligioso e Muhammad Yusuf Hallar, Segretario Generale dell’Organizzazione islamica dell’America Latina e i Caraibi (Oipalc), oltre a rappresentanti delle comunità islamiche argentine. Altwaijri e Tauran hanno espresso «la loro determinazione per promuovere attivamente il dialogo fra l’Isesco e il Vaticano in modo da favorire la pace nel mondo, proteggere la dignità umana e supportare la cooperazione fra il mondo cristiano e quello islamico».
«Sono particolarmente onorato di dare una testimonianza in questa terra che Papa Francesco ha chiamato “la fine del mondo”» ha affermato Yahya Pallavicini «Mentre in alcune regioni del mondo assistiamo alla strumentalizzazione dell’identità confessionale come presunta giustificazione alla violenza fratricida in tutto il mondo si moltiplicano iniziative che, dallo storico incontro del 1986 ad Assisi promosso da San Giovanni Paolo II, vedono autorità religiose autentiche, teologi illuminati, intellettuali onesti, semplici fedeli e cittadini attivamente coinvolti nella coesione sociale, nel rispetto reciproco, nel dialogo interreligioso e nella solidarietà. La voce e il riscontro delle opere pie di questi uomini e donne non sembra così rilevante davanti alle immagini drammatiche di criminali e vittime ma sono, in realtà, l’antidoto alla barbarie della violenza e rappresentano la speranza concreta di una prospettiva sana e santa della vita dell’uomo sulla terra».