
Il ministro dell’Economia e candidato alla presidenza argentina Sergio Massa, dopo un incontro con il collega brasiliano Fernando Haddad e il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, ha annunciato che è stato raggiunto un accordo per finanziare importazioni per 600 milioni di dollari, tra le altre cose.
Dopo aver visitato Lula al Palazzo Planalto di Brasilia, Massa e Haddad hanno tenuto una conferenza stampa, durante la quale il funzionario argentino ha sottolineato il nuovo passo avanti nel processo di integrazione. Si è trattato del primo incontro di Massa con Lula e Haddad dopo l’annuncio dell’ingresso dell’Argentina nella versione allargata dei BRICS, riporta MercoPress.
«Dal punto di vista fisico, perché abbiamo rinnovato l’accordo Santo Tomé-Sao Borja, che ci permette di continuare a gestire con il centro di gestione e documentazione tutto il processo di attraversamento della frontiera e di struttura logistica», ha detto Massa.
«Abbiamo trovato un meccanismo che supera le idee su cui abbiamo lavorato insieme al ministro Haddad e che miravano a garantire i settori automobilistico brasiliano e argentino e alimentare brasiliano e argentino, che sono altamente integrati», ha aggiunto.
«Ogni 600 milioni di dollari che il Brasile esporta in Argentina nel settore automobilistico, ci sono 600 milioni di dollari che ritornano dall’Argentina al Brasile nel settore automobilistico grazie all’assemblaggio e alla sinergia che hanno le loro industrie», ha spiegato Massa.
L’iniziativa è stata promossa dai due ministeri dell’Economia e con l’assistenza della banca BNDES, del Banco do Brasil e della Banca Latinoamericana di Sviluppo (CAF).
«Argentina e Brasile sono partner indissolubili dal punto di vista commerciale e culturale», ha proseguito Massa. Inoltre ha affermato che l’iniziativa congiunta tra Argentina e Brasile per ricostruire le loro marine mercantili fluviali dovrà essere ripresa. Il candidato alla presidenza argentino ha affermato che si tratta di un processo che Argentina e Brasile hanno costruito per 20 anni e che è stato interrotto sotto il governo dell’ex presidente Jair Bolsonaro a causa della decisione del Brasile di non rinnovare l’accordo di riserva della bandiera.
Massa ha anche elogiato il “passo enorme” compiuto dall’Argentina con l’adesione ai BRICS, che rappresentano «il 46% della popolazione mondiale e il 36% del Pil mondiale».
«I destini di Argentina e Brasile sono indissolubilmente legati perché siamo proprietari di quasi il 20% delle proteine consumate nel mondo», ha sottolineato anche Massa.
Il ministro argentino ha inoltre sottolineato che il finanziamento che inizialmente doveva essere garantito tramite yuan cinesi, sarà finalmente garantito con un finanziamento della CAF per 600 milioni di dollari. «Il 14 settembre si riunirà il consiglio di amministrazione della CAF per approvare l’operazione», ha detto Massa.
Entrambi i ministri hanno annunciato anche la riapertura del mercato del pollame, che era stato interrotto a causa dei casi di influenza aviaria: «Le restrizioni sono state tolte e ci stiamo rimettendo in carreggiata», ha detto il ministro argentino.
Il nuovo accordo commerciale tra Argentina e Brasile mira principalmente a mantenere il flusso di prodotti automobilistici e alimentari nonostante le difficoltà dell’Argentina nell’accesso alla valuta estera.
Haddad ha sottolineato che, sebbene l’Argentina «abbia riserve in yuan per garantire le esportazioni brasiliane», grazie al sostegno della CAF «non è costretta a rinunciare a queste riserve per garantirle».
«Dal 25 agosto, CAF è diventata la migliore offerente per questa possibilità di garanzia in yuan a causa del vantaggio per l’Argentina. Se l’Argentina avesse riserve in yuan per garantire le esportazioni brasiliane, le riserve argentine diminuirebbero ufficialmente. E con l’appoggio della CAF, l’Argentina non dovrà rinunciare alle sue riserve per garantire le esportazioni», ha spiegato Haddad.
«Il Banco do Brasil garantirà le esportazioni delle aziende brasiliane e la CAF fornirà una controgaranzia al Banco do Brasil. C’è anche la possibilità che non dovremo nemmeno utilizzare il Fondo brasiliano di garanzia delle esportazioni, che fa parte del Tesoro nazionale, insieme a Proex (Programma di finanziamento e garanzia delle esportazioni, ndr)», ha aggiunto il ministro brasiliano.
Entrambi i governi hanno inoltre fatto progressi nell’apertura dei mercati in Brasile per la torba (fertilizzante naturale) della Terra del Fuoco; frutti rossi, prugne e mirtilli della regione della Patagonia.
Lucia Giannini