Secondo un nuovo studio, dinosauri grandi e piccoli hanno fatto dell’Artico la loro casa per tutto l’anno e probabilmente hanno sviluppato strategie di svernamento come l’ibernazione o la crescita di piume isolanti.
Il documento, pubblicato sulla rivista Current Biology, riporta Afp, è il risultato di più di un decennio di scavi fossili, e accantona la tesi secondo cui gli antichi rettili vivevano solo in climi più caldi.
I ricercatori hanno scoperto per la prima volta resti di dinosauri alle gelide latitudini polari negli anni Cinquanta del Novecento, regioni un tempo ritenute troppo ostili per la vita dei rettili.
Questo ha portato a due ipotesi concorrenti: o i dinosauri erano residenti polari permanenti, o migravano nell’Artico e nell’Antartico per approfittare delle abbondanti risorse calde stagionali, e forse per riprodursi.
Il nuovo studio è il primo a mostrare prove inequivocabili che almeno sette specie di dinosauri erano in grado di nidificare a latitudini estremamente elevate, come la formazione Prince Creek del Cretaceo superiore che si trova a 80-85 gradi nord.
Le specie scoperte includono dinosauri dal becco d’anatra chiamati adrosauri, dinosauri cornuti come i ceratopsiani e carnivori come il tirannosauro.
Il team è sicuro che i piccoli denti e le ossa che hanno trovato, alcuni dei quali sono solo pochi millimetri di diametro, appartengono a dinosauri che erano appena nati o sono morti poco prima della schiusa, proprio a causa di questi loro segni distintivi.
A differenza di alcuni mammiferi come i caribù che danno alla luce piccoli che possono percorrere lunghe distanze quasi immediatamente, anche i più grandi dinosauri avevano piccoli cuccioli che sarebbero stati incapaci di fare viaggi migratori di migliaia di chilometri.
Inoltre, dato quello che si sa su come alcune specie incubavano le loro uova fino all’estate, i giovani dinosauri non avrebbero avuto il tempo di maturare ed essere pronti per un lungo viaggio prima dell’arrivo dell’inverno, sostiene il team nello studio.
L’Artico era più caldo nel tardo Cretaceo rispetto ad oggi, ma le condizioni erano ancora molto difficili. La temperatura media annuale era di circa 6 gradi Celsius ma ci sarebbero stati circa quattro mesi di buio invernale con temperature gelide e nevicate occasionali.
L’area era probabilmente boscosa con conifere, angiosperme, felci ed equiseti. Probabilmente la maggior parte dei gruppi di dinosauri carnivori trovati erano probabilmente ricoperti di piume, per aiutarli a sopravvivere all’inverno.
Non ci sono prove alla stato attuale della ricerca che gli erbivori fossero piumati, ma il team pensa che i più piccoli potrebbero aver scavato sottoterra per entrare in letargo. I vegetariani più grandi, che avevano più grasso di riserva, potrebbero aver fatto ricorso a diverse tecniche come mangiare ramoscelli e cortecce per superare l’inverno.
Inoltre, la residenza artica per tutto l’anno è un altro indizio che indica che i dinosauri erano a sangue caldo, come altre ricerche recenti hanno suggerito, ed è in linea con l’idea che si trovano al punto evolutivo tra i rettili a sangue freddo e gli uccelli a sangue caldo.
La capacità dei dinosauri di sopravvivere all’inverno artico è la prova più convincente che possono essere aggiunti alla lista delle specie capaci di termoregolazione.
Maddalena Ingrao