L’Arabia Saudita sta prendendo in considerazione l’eliminazione delle sovvenzioni per la benzina e il combustibile, soprattutto alla luce del calo dei prezzi del petrolio dovuto alla crisi economica internazionale.
Il governo ha intenzione di far pagare la benzina ai suoi cittadini rivedendo il prezzario e uniformandolo i mercati petroliferi globali. Secondo una fonte vicina ad Arabian Business, l’aumento sarebbe dell’80% per la benzina a 91 ottani arrivando a costare 1,35 riyals ovvero 0,36 centesimi al litro. Il governo prevede di ritardare gli aumenti di altri prezzi dell’energia fino all’inizio del 2018, però entro settembre o ottobre i prezzi del carburante alla pompa dovrebbero essere in discussione e approvati dalle autorità competenti.
La riforma di sovvenzioni energetiche è una parte fondamentale del piano dell’Arabia Saudita per la revisione dell’economia, insieme alla vendita di partecipazioni in enti statali, tra cui le azioni del più grande esportatore greggio del mondo Saudi Aramco. Il Regno ha aumentato i prezzi del carburante nel dicembre 2015 e ha annunciato piani per ulteriori aumenti. Le autorità hanno anche annunciato i piani per un programma di trasferimento in denaro, che avrebbe iniziato prima di ulteriori sussidi di aiuti, per aiutare i Sauditi ad affrontare il peggior rallentamento dalla crisi finanziaria globale vissuto dall’Arabia Saudita ad oggi.
«È importante per il governo saudita tagliare sovvenzioni per alleviare le pressioni sul disavanzo di bilancio», ha detto Tariq Qaqish, amministratore delegato della divisione asset management presso Mena Corp Financial Services di Dubai all’Arabia Business.
Il benchmark del Regno, Tadawul All Share Index, è salito dello 0,3 per cento alle 12:57, a Riyadh, il lunedì. L’indice di trasporto è sceso dello 0,7 per cento in un mese.
La rimozione delle sovvenzioni energetiche è politicamente sensibile nel consiglio di cooperazione del Golfo di sei nazioni, dove molti cittadini sono stati abituati a generosi vantaggi statali. Il crollo delle entrate provenienti dalle esportazioni petrolifere ha lasciato i governi con poche opzioni in quanto affrontano i disavanzi di bilancio in aumento.
Il divario di bilancio dell’Arabia Saudita è salito a oltre il 15 per cento della produzione economica nel 2015, prima che le autorità presentassero un piano per trasformare l’economia e calmierare il bilancio entro il 2020.
I vicini Emirati Arabi Uniti sono diventati il primo paese della regione ricca di petrolio a rimuovere le sovvenzioni sul carburante dei trasporti quando ha cominciato a collegare i prezzi del benzina e del diesel ai mercati petroliferi globali nell’agosto 2015.
Il governo potrebbe mettere un massimale sugli aumenti del diesel e benzina per limitare qualsiasi impatto negativo sull’economia, in quanto entrambi i combustibili vengono utilizzati per la produzione di energia e le attività industriali. I tassi di elettricità aumenterebbero gradualmente come fornitori di potenza passati almeno almeno l’aumento dei prezzi del carburante, si apprende dall’Arabia Business.
Graziella Giangiulio