ARABIA SAUDITA. Saudi Aramco non ha più diritti perpetui di sfruttamento

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L’Arabia Saudita ha ridotto il periodo di tempo in cui la sua compagnia statale per l’energia avrà diritti esclusivi di sfruttamento sui vasti giacimenti di petrolio e gas del Regno.

Questa riduzione ha creato una serie di interrogativi sulla produzione a lungo termine dell’Arabia Saudita e ha rivelato una lotta di potere tra la società stessa e il governo, riporta Irish Time. L’accordo di concessione tra Saudi Aramco e il governo saudita ha limitato a 40 anni, rinnovabili, il periodo in cui il gruppo può esplorare e sviluppare risorse, a partire da un precedente contratto che gli aveva invece concesso diritti di sfruttamento perpetui.

La decisione sarebbe legata ai preparativi del Regno saudita per la quotazione in borsa di Aramco, che è stata ritardata a tempo indeterminato. Il ministro dell’Energia Khalid al Falih, presidente dell’Aramco ed ex amministratore delegato dell’azienda, ha insistito sul fatto che il Regno è impegnato nell’entrare in borsa, nonostante i crescenti segnali che il paese non sia in grado o non voglia.

Falih ha dichiarato che è stato concordato un nuovo contratto di concessione nell’ambito del processo iniziale di offerta pubblica, che comprendeva anche la revisione dei rendiconti finanziari dell’Aramco e l’esecuzione di una revisione indipendente delle sue riserve energetiche, senza però rivelare i termini esatti della questione.

Il ministero dell’Energia saudita ha dichiarato che il nuovo contratto è «uno dei molti passi intrapresi per preparare l’Aramco ad essere inserita in borsa (…) il governo si è impegnato a procedere con l’Ipo, quando le condizioni saranno ottimali, in un momento di sua scelta». Questo cambiamento giuridico intende normalizzare il rapporto tra l’Aramco e lo Stato, prima di aprire l’azienda a potenziali investitori stranieri. Secondo le intenzioni di Riad, la quotazione in borsa intende immettere in borsa oltre il 5% della società.

La sospensione della sua quotazione in borsa sarebbe servita soltanto ad esercitare il controllo ministeriale su Saudi Aramco, che fino ad ora aveva cercato di mantenere operativo l’opzione dei diritti perpetui.

Graziella Giangiulio