ARABIA SAUDITA. Riyadh si riavvicina a Beirut

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L’Arabia Saudita ha annunciato che revocherà il divieto di viaggio in Libano, aprendo un nuovo corso aperto dal principe Mbs che testimonia la minore percezione dei rischi di Hezbollah.

«I motivi di sicurezza che hanno spinto l’Arabia Saudita ad mettere un allarme per i suoi cittadini che volessero viaggiare in Libano non esistono più», ha detto l’ambasciatore saudita in Libano Walid al-Bukhari il 13 febbraio, in compagnia del primo ministro libanese Saad Hariri. «Sulla base delle assicurazioni che il regno ha ricevuto dal governo libanese circa la stabilità della situazione della sicurezza (…) l’Arabia Saudita toglie il suo allarme per i suoi cittadini in viaggio verso il Libano», riporta Asia Times.

Ma l’annuncio segnala un cambiamento di politica, non una rivalutazione della sicurezza da parte dell’Arabia Saudita. Il regno per la prima volta ha lanciato l’allarme sul Libano nel 2012 e 2013, quando il conflitto nella vicina Siria si stava caratterizzando per l’uso di autobombe e rapimenti di cittadini del Golfo. 

Il divieto totale arrivò solo più tardi, nel 2016, quando la situazione della sicurezza si era calmata ma l’Arabia Saudita era in uno stallo politico con l’Iran.

Riyadh, seguito da Abu Dhabi e Manama, ha vietato ai suoi cittadini di recarsi in Libano nel febbraio 2016, dopo che il ministro degli Esteri libanese ha rifiutato di unirsi alla Lega araba nel condannare un attacco contro l’ambasciata saudita a Teheran. Gli investimenti del Golfo sono stati a lungo la chiave per la stabilità economica del Libano, e il boicottaggio di fatto da parte dell’Arabia Saudita e dei suoi alleati ha fatto danni.

L’annuncio  saudita si lega alla formazione di un nuovo governo in Libano, il 31 gennaio, ultimo sforzo del primo Ministro Hariri per rilanciare l’economia. Hariri ha trascorso gli ultimi mesi facendo la spola tra le capitali del Golfo, per rilanciare il Libano e la sua economia. 

Lucia Giannini