ARABIA SAUDITA. Più soldati, più aerei e missili USA per Riyadh

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Sulla scia dell’attacco iraniano agli impianti petroliferi dell’Arabia Saudita il mese scorso, il segretario alla Difesa Mark T. Esper ha annunciato che altri strumenti militari sono stati autorizzati a essere dispiegati a sostegno del partner statunitense. Esper ha detto di aver autorizzato lo schieramento di due squadroni di caccia, un reparto aereo, due batterie missilistiche Patriot, e un sistema di difesa di area ad alta quota, Thaad, in Arabia Saudita.

Quest’ultima dimostrazione di sostegno coinvolge circa 3.000 soldati statunitensi, ha detto Esper, aggiungendo che le provocazioni iraniane in corso hanno portato ad un sostegno ancora maggiore nella regione. Da maggio, ha detto Esper, gli Stati Uniti hanno dispiegato ben 14.000 uomini in più nella regione, così come un’ampia varietà di mezzi militari, tra cui squadroni di aerei di pronto intervento, squadroni di aerei di pattugliamento marittimo, batterie di difesa aerea e missilistica Patriot, bombardieri B-52 e un gruppo di attacco con portaerei.

«Ho parlato con il ministro della Difesa saudita per discutere lo stato delle capacità difensive dell’Arabia Saudita e i nostri continui sforzi per proteggere i nostri partner da ulteriori aggressioni iraniane (…) L’Arabia Saudita è un partner di sicurezza di lunga data in Medio Oriente e ha chiesto ulteriore sostegno per integrare le proprie difese e difendere l’ordine internazionale basato su regole», ha detto Esper.

Il segretario alla Difesa ha detto che gli Stati Uniti rimangono impegnati a proteggere i propri alleati nella regione e i propri interessi: «Esorto gli altri paesi che la pensano allo stesso modo, specialmente i nostri alleati in Europa, a seguire la guida degli Stati Uniti e ad unirsi a noi con i loro mezzi difensivi per assicurare la stabilità nella regione».

Mentre Esper ha detto che gli iraniani continuano a negare l’attacco alle strutture petrolifere saudite, le prove recuperate finora dimostrano il loro coinvolgimento. Inoltre, ha continuato a sentire le preoccupazioni dei partner e degli alleati della regione per l’atteggiamento iraniano: «Ci sono cose che raccogliamo, se volete, attraverso l’intelligence in base alle quali abbiamo pensato fosse importante continuare a dispiegare forze per scoraggiare e difendere, e inviare il messaggio agli iraniani: non colpire un altro stato sovrano, non minacciare gli interessi americani, le forze americane, o risponderemo (…) Ho detto più volte, non confondere la nostra moderazione con debolezza. Se lo faranno, se ne pentiranno».

Tommaso dal Passo