ARABIA SAUDITA. In fiamme il più grande impianto petrolifero del mondo. Si avvera quanto predetto nel 2015

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Sembra lo scenario proposto in un romanzo ucronico uscito nel 2015, Ghost Fleet. A novel of the next world war, scritto da Peter Warren Singer e August Cole. Rimandando al piacere di chi volesse andarlo a leggere, possibilmente in edizione originale, per la trama, assai avvincente e realistica, è interessante lo scenario su cui si muovono i diversi personaggi: un mondo senza più o molto scarso petrolio a causa di un bombardamento nucleare tattico sugli impianti petroliferi sauditi, che ne hanno compromesso per sempre il prodotto, a causa di un irrisolto conflitto regionale. si tratta di un mondo che vive la contrapposizione tra la nuova potenza geopolitica globale, la Cina (cui si unisce la Russia) e gli Usa. Un contrasto che da meramente commerciale diviene bellico. 

Quello che nel romanzo del 2015 appariva come molto avveniristico, l’uso di armi elettromagnetiche o laser, oggi è realtà; così come la scintilla che fece partire l’escalation che nel romanzo portò al bombardamento contro i sauditi. Ghost Fleet è stato esaltato come un’utile esplorazione sui conflitti futuri, e raccomandato dai leader delle forze armate degli Stati Uniti come lettura per le truppe. L’ammiraglio James Stavridis, ex SACEUR, Nato, ha detto che il libro è «un progetto sorprendente per le guerre del futuro e quindi deve essere letto ora». Veniamo ai recenti attacchi sauditi e alla loro lettura in un quadro di una possibile escalation nello scacchiere del Golfo Persico.

Gli yemeniti Houthi hanno attaccato due impianti nel cuore dell’industria petrolifera dell’Arabia Saudita, compreso il più grande impianto di lavorazione del petrolio del mondo, in un attacco che ha interrotto la produzione e le esportazioni. Secondo Reuters, sono stati colpiti 5 milioni di barili al giorno di produzione di greggio – quasi la metà della produzione del Regno o il 5% dell’offerta globale di petrolio.

L’attacco dei droni prima dell’alba contro gli impianti Saudi Aramco ha provocato diversi incendi, poi domati. La televisione di stato ha detto che le esportazioni stavano continuando, ma Aramco non ha commentato; secondo gli Houthis all’attacco hanno partecipato 10 droni. Le autorità non hanno detto se la produzione di petrolio o le esportazioni sono state colpite. Gli attacchi si sono verificati mentre Aramco sta accelerando i piani per l’Ipo, e segue i precedenti attacchi transfrontalieri sugli impianti petroliferi sauditi e sulle petroliere nelle acque del Golfo. 

Secondo Ekhbariya TV, non ci sono state vittime, ufficialmente. Abqaiq si trova a 60 km a sud-ovest del quartier generale Dhahran di Aramco. L’impianto di lavorazione del petrolio gestisce il greggio proveniente dal più grande giacimento petrolifero convenzionale del mondo, il supergigante Ghawar, e per l’esportazione verso i terminali Ras Tanura, il più grande impianto di carico offshore del mondo, e Juaymah. Inoltre, pompa verso ovest attraverso il regno fino ai terminali di esportazione del Mar Rosso. A Ghawar stava bruciando il gas dopo che gli attacchi hanno interrotto gli impianti di trattamento del gas; Khurais, 190 km più a sud-ovest, contiene il secondo più grande giacimento petrolifero del paese.

Gli attacchi contro i due impianti Saudi Aramco hanno ricevuto condanne da diversi paesi del Golfo. Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale degli Emirati Arabi Uniti ha denunciato l’atto “terroristico”, affermando che si tratta di una nuova prova di gruppi terroristici che cercano di minare la sicurezza e la stabilità nella regione, riporta Asharq al Aswat.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno ribadito la piena solidarietà con il Regno, esprimendo il proprio sostegno a qualsiasi misura adottata dall’Arabia Saudita per salvaguardare la propria sicurezza. Anche il Ministero degli Affari Esteri del Bahrein ha fermamente condannato l’attacco, dicendo che il Bahrein sostiene tutte le misure adottate da Riyadh per «difendere i suoi interessi e rafforzare la pace regionale e internazionale». Forte condanna anche dal ministero degli Affari Esteri del Kuwait che fa appello alla comunità internazionale affinché intensifichi gli sforzi per contenere tali attacchi ed evitare che si ripetano. Il comunicato sottolinea il pieno sostegno del Kuwait all’Arabia Saudita in «tutte le misure che ha preso per preservare la sua sicurezza e integrità territoriale».

Tommaso dal Passo