
L’Arabia Saudita ha suscitato polemiche, dopo che è stato rivelato che ha dato il permesso a Vogue Arabia di condurre un servizio fotografico con top model internazionali all’interno del sito storico di Al-Ula, nella provincia di Medina. Vogue Arabia, l’edizione araba della rivista statunitense, ha pubblicato il 7 agosto, il servizio fotografico che ha visto la partecipazione di modelle come Kate Moss, Mariacarla Boscono, Candice Swanepoel, Jourdan Dunn, Amber Valletta, Xiao Wen e Alek Wek.
Nel servizio fotografico, diretto dallo stilista libanese Eli Mizrahi, intitolato 24 ore in AlUla, si vedono le modelle indossare abiti di alta moda e intorno al sito del patrimonio mondiale dell’Unesco, noto come il più grande museo all’aperto del mondo costituito da strutture di roccia scolpite simili a Petra in Giordania.
La natura delle riprese e gli abiti indossati dalle top model sono classificati come immodesti da molti musulmani, e nonostante la distanza del luogo sia di circa 300 chilometri dalla città santa di Medina, è all’interno della stessa provincia che molti considerano inopportuna per le autorità saudite.
Il controverso servizio fotografico fa parte di una serie di riforme che il regno ha attuato negli ultimi anni per aprire la sua economia al turismo internazionale e alla modernizzazione. Tali riforme, che includono la diminuzione dell’autorità della polizia religiosa, l’abolizione delle restrizioni nella mescolanza dei sessi e l’abolizione dell’obbligo per le donne di indossare l’abaya o l’abito largo, fanno parte anche della Vision 2030 dell’Arabia Saudita.
La concessione del permesso ha creato un diffuso malcontento nei circoli di più stretta osservanza del mondo musulmano, sia sunnita che sciita. «Il regime saudita, che a lungo ha preteso di essere il custode dei santuari più sacri dei musulmani, ha scatenato diffuse polemiche sulla concessione dell’autorizzazione a un servizio fotografico “volgare” di top model internazionali nel regno», riporta shiitenews.
«La mossa controversa viene dal momento che negli ultimi anni il regime di Al Saud è stato sottoposto a forti pressioni da parte di gruppi per i diritti delle donne per il maltrattamento delle donne e per la repressione del dissenso (…) Il servizio fotografico è stato interpretato come parte di una serie di riforme che il regno ha attuato negli ultimi anni per aprire la sua economia al turismo internazionale e alla normalizzazione con Israele».
Lucia Giannini