
Un nuovo studio evidenzia che ci potrebbero essere fino a quattro volte più pesci nella zona mesopelagica, o “crepuscolare”, dell’Oceano meridionale rispetto a quanto si pensava in precedenza. Gli scienziati del British Antarctic Survey e dell’Università di Bristol hanno scoperto che, tenendo conto delle diverse proprietà acustiche dei pesci, la biomassa, o il peso totale, dei pesci mesopelagici è probabilmente 1,8 – 3,6 volte superiore a quanto calcolato in precedenza.
Un gran numero di pesci è stato scoperto vicino al bordo stagionale del ghiaccio antartico, un importante terreno di alimentazione per foche e pinguini. Questa importante scoperta cambia il modo in cui i ricercatori dovranno pensare allo studio degli animali che vivono nelle regioni di alta latitudine vicino all’Antartide, riporta MercoPress.
Per stimare la biomassa dei pesci nella zona crepuscolare, l’area dell’oceano a 200-1000m sotto il livello del mare, gli scienziati hanno usato strumenti acustici chiamati ecoscandagli. Questi strumenti emettono impulsi di suono nell’acqua che vengono poi riflessi dai pesci, in particolare dal gas nelle loro vesciche natatorie, un organo usato per il galleggiamento. I ricercatori misurano poi l’eco di ritorno e lo usano per stimare il numero di pesci.
Le ricerche precedenti basavano le stime della biomassa dei pesci sull’eco media attesa da un pesce. Tuttavia, la maggior parte dei pesci che vivono nelle acque polari più fredde perdono il gas altamente riflettente nelle loro vesciche natatorie. Questo significa che producono un segnale acustico più piccolo e, di conseguenza, la loro biomassa è stata sottostimata.
In questo studio, gli scienziati hanno usato campioni di rete per identificare le specie presenti e studiare la dimensione, la forma e la struttura delle singole specie di pesci. Queste informazioni sono state utilizzate per modellare l’eco atteso dalle specie più comuni. Combinando questo con i dati dell’ecoscandaglio, i ricercatori sono stati in grado di stimare la biomassa dei pesci mesopelagici.
I pesci che vivono nella zona crepuscolare non solo costituiscono una parte importante della dieta dei predatori, compresi i pinguini reali e le foche, ma svolgono anche un ruolo vitale nel ciclo del carbonio dell’oceano. I pesci della zona crepuscolare migrano verticalmente, nutrendosi di zooplancton nelle acque superficiali prima di tornare alle profondità oceaniche durante il giorno. Questa migrazione verticale trasporta il carbonio dalla superficie alle acque profonde attraverso la respirazione.
Maddalena Ingrao