Rinoceronti a rischio estinzione?

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ITALIA – Roma, 12/11/2013. Sono 825 i rinoceronti uccisi in Sudafrica dai bracconieri; semnpre più vicino il rischio d’estinzione.

Il dato, confermato dal Ministero dell’Ambiente, non è completo: vi si devono aggiungere i circa quaranta uccisi in Kenya e quelli persi in Namibia. La cifra complessiva arriva a sfiorare le 900 unità, su una popolazione totale di circa 25mila esemplari (20mila rinoceronti bianchi, diffuso soprattutto in Sudafrica, che ospita quasi il 95% della popolazione ancora esistente, stimata a circa 20,000 esemplari, e 5mila neri diffuso prevalentemente fra Namibia e Sudafrica, indicato come gravemente a rischio) rende lo spettro dell’estinzione sempre più vicino e reale. Le due razze hanno caratteristiche fisiche ed etologiche molto diverse e il loro corno, così ricercato sui mercati orientali, è composto di cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatti i capelli o le unghie umani. 

Se il bracconaggio a danno dei rinoceronti ha assunto proporzioni inquietanti, lo è la cifra con cui viene pagato il loro corno sul mercato nero: 95mila dollari al chilo, cioè tra i 750mila al milione di dollari per ogni singolo rinoceronte. I corni, molto spesso strappati rapidamente ad animali ancora in vita e destinati ad agonizzare per ore prima di morire dissanguati o soffocati nel loro stesso sangue, vengono poi messi ridotti in polvere e assunti nei paesi del sudest asiatico, Vietnam e Cina in primis, come miracolosa cura per il cancro, l’impotenza, l’influenza o semplicemente i postumi da sbornia, senza alcun fondamento medico-scientifico. I corni di rinoceronte sono venduti sul mercato nero orientale (prevalentemente ad Hanoi, per poi essere distribuiti in Vietnam e Cina) a oltre 65mila dollari al kilo.

Per fermare la strage, il Regno Unito sta inviando soldati delle forze speciali in Kenya per affiancare le forze locali nella lotta contro i bracconieri, soprattutto di elefanti (che vengono abbattuti al ritmo di uno ogni quindici minuti) e rinoceronti. In Sudafrica, nonostante l’esercito pattugli il parco Kruger, al confine col Mozambico, sono già arrivati a 500 i rinoceronti uccisi nel parco. Su 825 rinoceronti uccisi si è riusciti a catturare poco più di un centinaio di bracconieri. Decine le misure preventive e precauzionali che si stanno mettendo in campo in vari paesi dell’Africa, mentre l’esercito cerca di arrestare lo stillicidio sul campo: dalle tecniche forensi alla microchippatura sistematica di tutti i corni, dall’avvelenamento degli stessi con ectoparassiti che sopravvivono al processo di polverizzazione e vanno ad infettare gli organi interni dei consumatori finali alla radiocollarizzazione degli animali, dagli accordi bilaterali con i Paesi del Sudest asiatico che alimentano la domanda alle campagne di informazione capillari fatte da video, manifesti, seminari, artisti, attori, sportivi e associazioni. L’Anpana (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente), rientrata da poche settimane dal successo della sua prima missione in Sudafrica, è già al lavoro per la preparazione delle prossime spedizioni anti bracconieri e contribuire alla salvaguardia di questo splendido animale percependo che il rischio d’estinzione è miolto vicino: la popolazione del rinoceronte nero è ridotta del 90% rispetto al 1960, l’elefante africano sarà estinto in meno di 10 anni, mentre del gorilla di montagna restano meno di 900 esemplari e il leone è estinto in sette paesi africani.