Ankara teme che il flusso dei profughi siriani, esattamente come è accaduto con i curdi dopo la Guerra del Golfo del 1991 e ribadisce la sua proposta, attraverso il ministro degli Esteri Ahmet Davotoglu, di una zona cuscinetto all’interno della Siria per i civili che fuggono dalle zone degli scontri.
La proposta turca è stata appoggiata dalla Francia, mentre l’Unhcr ha fatto sapere che fino a 200mila profughi potranno essere ospitati nei campi in Turchia. Usa e altri alleati occidentali hanno però mostrato scarso entusiasmo per la proposta di Ankara che prevederebbe la costituzione diurna no fly zone. La costituzione di una zona d’interdizione al volo, poi, vedrebbe il voto contrario di Russia e Cina, fin dall’inizio contrarie a qualsiasi intervento contro il regime siriano.
Assad, nella sua prima apparizione in tv dagli attentati del 18 luglio, ha rigettato la proposta di un qualsivoglia intervento internazionale, definendola una «proposta ostile» per la Siria. La Turchia, ad oggi, ospita 80mila rifugiati e secondo fonti Onu, più di 5000 rifugiati al giorno passerebbero la frontiera, mentre il flusso verso la Giordania sarebbe raddoppiato in pochi giorni.