
Secondo un rapporto della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’America Latina e i Caraibi (ECLAC) pubblicato lunedì, l’America Latina e i Caraibi hanno attirato un volume record di investimenti diretti esteri (IDE) nel 2022, con 224,58 miliardi di dollari immessi, che rappresentano un aumento del 55,2% rispetto al 2021.
«I flussi di IDE verso la regione non avevano superato i 200 miliardi di dollari dal 2013, quindi la ripresa del 2022 stabilisce un’importante pietra miliare per gli investimenti nell’ultimo decennio», sottolinea il rapporto.
A differenza degli investimenti finanziari, che sono destinati al mercato finanziario, gli investimenti diretti esteri sono finalizzati alla creazione di posti di lavoro, come l’acquisto di aziende nazionali o l’espansione di aziende straniere in altri Paesi, ha spiegato Agencia Brasil. Secondo la CEPAL, i settori che hanno beneficiato maggiormente nell’ultimo anno sono stati i servizi, l’energia (rinnovabile e non rinnovabile) e l’industria manifatturiera.
Nel 2022, il numero di fusioni e acquisizioni derivanti da IDE è aumentato solo del 7%, ma il valore delle operazioni è salito del 57%, raggiungendo i 30,15 miliardi di dollari. L’aumento è dovuto alla ripresa degli investimenti e dei piani di espansione da parte delle aziende dopo la pandemia di Covid-19, è stato spiegato.
Il Brasile ha attirato quasi il 41% degli IDE destinati all’America Latina e ai Caraibi. Al secondo posto c’è il Messico, con il 17%. I due Paesi sono le maggiori economie della regione. In Brasile, il volume degli IDE è quasi raddoppiato dal 2021 al 2022, con una crescita del 97%. In Messico, la crescita è stata inferiore e ha raggiunto il 14% rispetto all’anno precedente, ha sottolineato Agencia Brasil.
Tuttavia, l’America Latina ha attratto solo l’8% degli IDE nel 2022, la quota più bassa rispetto a Europa, Asia-Pacifico, Africa, Medio Oriente e Nord America.
Gli IDE in Argentina sono cresciuti del 123,2% su base annua nel 2022, per un totale di 15,408 miliardi di dollari, il livello più alto dal 2012, si legge nel documento. L’Argentina si è classificata al quinto posto nella regione, dopo Brasile (40,7%), Messico (17,3%), Cile (9,3%) e Colombia (7,5%).
In Argentina «la maggior parte degli IDE corrisponde a prestiti interaziendali (57%) e al secondo posto al reinvestimento dei profitti (37%), ed entrambi hanno ricevuto più capitale rispetto al 2021», ha evidenziato il rapporto della CEPAL. La maggior parte degli investimenti è stata destinata all’estrazione mineraria, soprattutto di litio e rame, all’estrazione di minerali metalliferi e alla programmazione e consulenza informatica.
Tommaso Dal Passo