Un team tecnico del Fondo Monetario Internazionale, Fmi, ha lanciato l’allarme: i disordini politici in varie regioni dell’America Latina potrebbero avere conseguenze per l’economia, poiché influenzerebbero la percezione della regione a livello mondiale.
«La continua possibilità di disordini e paralisi politica ha il potenziale per erodere la fiducia e pesare sull’attività economica», ha osservato il Fondo in un documento recente che segue gli sviluppi e l’impatto finanziario delle diverse crisi politico- sociali in diversi paesi dell’America Latina.
La ricerca non menziona alcuna crisi specifica, ma sottolinea che i crescenti disordini sociali e il calo della fiducia nelle istituzioni pubbliche sono da tempo tendenze importanti nella regione.
«Le tensioni sociali si sono certamente acuite durante la pandemia. Le persone più povere, in particolare quelle che lavorano nei servizi faccia a faccia, sono state le più colpite dalle conseguenze economiche. Sebbene il sostegno del governo sia stato d’aiuto, molti non sono riusciti a isolarsi completamente dall’impatto negativo, come dimostra il marcato aumento della povertà», hanno rilevato gli analisti del Fmi.
Sebbene nel 2022 l’economia della regione abbia registrato un’espansione di quasi il 3,9%, l’inflazione sia diminuita e l’occupazione abbia registrato una forte ripresa, «il 2023 sarà probabilmente un anno difficile per la regione», sottolinea lo studio.
Secondo le proiezioni del Fmi pubblicate nei giorni scorsi, l’America Latina e i Caraibi cresceranno dell’1,8%, al di sotto della media globale del 2,9%. Anche nel 2024, la crescita sarà del 2,1%, rispetto alla media globale del 3,1%.
Brasile e Perù sono i Paesi con le crisi politiche più evidenti. Mentre la presidente Dina Boluarte non sembra in grado di reggere fino alla fine del suo mandato originario nel 2026 e continua a spingere per elezioni anticipate in Perù, elezioni che il Parlamento continua a non volere secondo una serie di voti che oscillano tra un No espresso chiaramente e un SI via via accettato; in Brasile i disordini dell’8 gennaio hanno preannunciato una rivolta militare per ora sedata e non avvenuta, ma che, secondo il Fmi non è del tutto da escludere.
Luigi Medici