AMBIENTE. UE: investire in aria più pulita, è investire sulla salute dei cittadini

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Da una recente stima dei programmi di controllo delle emissioni atmosferiche degli Stati membri dell’Unione Europea, è emerso che il Nuovo Regolamento Aria Pulita – basato su una proposta della Commissione, con limiti più severi per i cinque principali inquinanti in Europa (nuova direttiva sui limiti nazionali di emissione (NEC), approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio ed entrato in vigore il 31 dicembre 2016 – necessita di miglioramenti. La maggioranza dei Paesi UE non si trova sul giusto percorso per diminuire l’inquinamento dell’aria e le sue ripercussioni sulla salute entro il 2030.

Il 26 giugno scorso, riguardo al monitoraggio sul Nuovo Regolamento Aria Pulita, Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca, ha dichiarato: «Questo rapporto invia un chiaro messaggio. In tutta Europa, troppi cittadini sono ancora a rischio per l’aria che respirano. Abbiamo bisogno di misure più efficaci per ridurre l’inquinamento in numerosi Stati Membri e far fronte alle emissioni atmosferiche in tutti i settori, compresi l’agricoltura, i trasporti e l’energia. Non c’è mai stato un momento migliore per attuare tali cambiamenti: investire in aria più pulita, significa investire sulla salute dei cittadini, sul nostro clima e rappresenta il punto di partenza di cui la nostra economia ha bisogno». Questo è il pensiero alla base del Green Deal europeo ed è la logica di cui anche l’ambiente necessita.

D’altronde, secondo i rapporti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), la composizione dell’atmosfera risulta sostanzialmente mutata e i cambiamenti climatici agiscono direttamente e indirettamente nel determinare un’ampia varietà di malattie, favorendone di nuove e agendo come forza moltiplicatrice per molte delle problematiche già esistenti. Ad esempio, sono un fattore determinante per la diffusione di malattie infettive, poiché alterano le condizioni ambientali favorendo la replicazione dei vettori che trasmettono il patogeno. Le ripercussioni sulla salute derivanti da rischi ambientali sono ampiamente riconosciute dall’OMS e purtroppo la recente diffusione a livello pandemico del Covid-19 lo ha dimostrato in maniera drammatica.

Secondo il primo rapporto della Commissione sull’attuazione della NEC (National Emission reduction Commitments Directive), la maggior parte degli Stati membri rischia di non poter rispettare la riduzione delle emissioni per il 2020 o il 2030 prevista dal Nuovo Regolamento Aria Pulita. Mentre alcuni perseguono buone pratiche, la relazione dimostra però la necessità di ulteriori misure per diminuire l’inquinamento atmosferico. La Commissione continuerà a monitorare e sostenere gli sforzi nazionali, attraverso strumenti finanziari e non finanziari (in agricoltura sono necessari sforzi particolari per ridurre le emissioni di ammoniaca, che rappresenta la sfida maggiore in tutta l’UE). Un’efficace attuazione della legislazione sull’aria pulita costituisce un contributo essenziale a «un’ambizione a zero inquinamento per un ambiente privo di sostanze tossiche», come annunciato dalla Commissione nello European Green Deal.

Dalla rivoluzione industriale, la qualità dell’aria è notevolmente peggiorata, principalmente a causa delle attività umane. L’aumento della produzione industriale ed energetica, la combustione di combustibili fossili e di biomassa, nonché il drammatico aumento del traffico sulle nostre strade contribuiscono tutti all’inquinamento atmosferico nelle nostre città e, a loro volta, possono portare a gravi problemi sia per la salute che per l’ambiente. Il bilancio umano per la scarsa qualità dell’aria è peggiore di quello degli incidenti stradali, rendendola la prima causa di morte prematura nell’UE (oltre 390.000 morti premature ogni anno). Incide anche sulla qualità della vita causando o esacerbando asma e problemi respiratori. L’inquinamento atmosferico causa la perdita di giorni lavorativi e determina costi sanitari elevati, con i gruppi più vulnerabili come bambini, asmatici e anziani, che risultano i più colpiti. Danneggia gli ecosistemi a causa dell’eccessivo inquinamento da azoto (eutrofizzazione) e delle piogge acide.

Redazione