AMBIENTE. Meno smog dalle centrali cinesi a carbone, se i dati fossero veri…

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Uno studio americano ha rilevato che un elemento della campagna antinquinamento cinese sembra funzionare. Il documento, Quantifying coal power plant responses to tighter SO² emissions standards in China, è stato pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences. I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, della Columbia University e dell’Università del Colorado hanno confrontato i dati sull’anidride solforosa dei sistemi di monitoraggio cinesi con i dati satellitari della Nasa che misurano i livelli di concentrazione dell’anidride solforosa a livello globale per esaminare l’impatto di una legge cinese, secondo cui lo standard di emissione degli inquinanti atmosferici per le centrali termiche, impone alle centrali a carbone di ridurre in modo significativo le emissioni di anidride solforosa a partire dal luglio 2014.

Secondo Scmp, I dati provenienti dai sistemi di monitoraggio delle emissioni continue, Cems, in 256 impianti delle province di Shanghai e Hubei, Shandong e Guangdong hanno evidenziato che, con l’entrata in vigore della legge, la concentrazione di tali emissioni nelle centrali a carbone è diminuita del 13,9 per cento tra gennaio 2014 e luglio 2016. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che, gli impianti sono meno conformi nelle regioni chiave, dove l’inquinamento atmosferico è più grave con l’aumento della popolazione e dove la legge richiede una maggiore riduzione delle emissioni di anidride solforosa. La concentrazione massima ammissibile di anidride solforosa nelle regioni non Chiave è di 200 milligrammi per metro cubo, quattro volte superiore al limite nelle zone Chiave.

Lo studio ha anche avvertito di considerare i risultati con scetticismo. «I nuovi standard più severi e la maggiore pressione a conformarsi possono aver generato incentivi per i gestori degli impianti a falsificare o omettere selettivamente i dati sulla concentrazione». Nonostante un forte calo delle concentrazioni di emissioni di anidride solforosa, molte imprese alla fine non sono riuscite a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. A giugno 2016, quasi la metà degli impianti in regioni chiave non rispettava i nuovi standard più severi e molti impianti più piccoli non disponevano di rilevatori Cems.

I ricercatori hanno raccomandato di rafforzare gli incentivi per una comunicazione accurata e completa, iniziando con il chiarire gli obblighi di comunicazione e l’inasprimento delle sanzioni in caso di inesattezze o falsificazioni dei dati.

Luigi Medici