Greenpeace e la cantautrice Dolcenera hanno lanciato un grave allarme il 14 settembre da Ischia, dove stanno partecipando al Blueblitz organizzato dall’Area Marina Protetta Regno di Nettuno: i nostri mari e le nostre spiagge sono invasi dalla plastica usa e getta. I risultati preliminari di “Plastic radar”, l’iniziativa che raccoglie segnalazioni di rifiuti in plastica lungo mari, fiumi e laghi, lanciata da Greenpeace a inizio luglio, di cui la cantautrice è testimonial, lo confermano.
Sono tantissimi i rifiuti presenti sulle nostre spiagge e nei nostri mari: oltre 2 mila le segnalazioni raccolte finora e, a conferma di quanto registrato l’anno scorso, per oltre l’80 per cento di rifiuti di plastica usa e getta. Al primo posto, come per l’edizione 2018, le bottiglie di plastica (circa il 50 per cento dei rifiuti segnalati) seguite da imballaggi e confezioni per alimenti, sacchetti, bicchieri e tappi. Quanto osservato durante le attività svolte a Ischia in questi due giorni, sia in spiaggia che in mare, ne è un’ulteriore conferma.
In due giorni di attività è stata documentata da un lato l’incredibile biodiversità marina presente nell’area protetta, con un elevato numero di specie censite in alcuni punti di particolare pregio tra San’Angelo, Punta Pizzaco e la secca delle Formiche. Patrimonio messo sempre più a rischio però dall’inquinamento da plastica: nella sola mattina del 14 settembre, in poco più di un’ora, i volontari di Greenpeace insieme a Dolcenera, ai collaboratori dell’Amp e agli alunni della scuola IIS “Cristofaro Mennella” hanno raccolto alcune decine di chili di rifiuti in plastica fra la spiaggia dei Pescatori e la spiaggia di San Pietro, lungo il litorale del Comune di Ischia. Rifiuti in plastica sono stati raccolti anche in mare, nei pressi degli scogli di Sant’Anna nella Baia di Cartaromana. La parte più rilevante dei rifiuti raccolti consisteva in plastica usa e getta, con bottiglie e packaging alimentare su tutti.
Il BlueBlitz è un’iniziativa dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno per monitorare lo stato di salute del mare isolano, alla quale quest’anno partecipa Greenpeace per sensibilizzare le persone sul grave problema dell’inquinamento da plastica in mare. Squadre congiunte di sub dell’Area marina e di Greenpeace si sono immerse per documentare fotograficamente la biodiversità dei fondali.
In contemporanea, sia in spiaggia che sui fondali, sono state organizzate attività di raccolta e catalogazione dei rifiuti in plastica secondo la metodologia del “brand audit” promossa dalla coalizione internazionale Break Free From Plastic di cui Greenpeace fa parte. Durante il mese di settembre infatti la coalizione e Greenpeace stanno promuovendo in tutto il mondo queste attività che servono non solo a ripulire le spiagge e i mari ma a individuare le tipologie e i marchi a cui sono riconducibili i rifiuti maggiormente presenti.
Redazione