AMBIENTE. Ci sarà una forte impennata delle temperature

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Si prevede un’impennata delle temperature in gran parte del mondo dopo che il modello meteorologico El Nino è emerso nel Pacifico tropicale per la prima volta in sette anni, ha dichiarato martedì l’Organizzazione meteorologica mondiale.

El Nino, un riscaldamento delle temperature della superficie dell’acqua nell’Oceano Pacifico orientale e centrale, è legato a condizioni meteorologiche estreme, dai cicloni tropicali alle forti precipitazioni, fino a gravi siccità, riporta Reuters.

Il 2016, l’anno più caldo del mondo, ha coinciso con un forte El Nino, anche se gli esperti affermano che il cambiamento climatico ha alimentato temperature estreme anche in anni senza questo fenomeno.

Secondo il OMM, anche questo record potrebbe essere presto superato.

L’organizzazione aveva dichiarato a maggio che c’era una forte probabilità che almeno uno dei prossimi cinque anni, e l’intero quinquennio, fosse il più caldo mai registrato a causa di El Nino e del riscaldamento globale antropogenico.

«È difficile dire se sarà quest’anno o il prossimo», ha dichiarato ai giornalisti a Ginevra Wilfran Moufouma Okia, responsabile del Servizio regionale di previsione climatica dell’OMM; «Quello che sappiamo è che nei prossimi cinque anni avremo probabilmente uno degli anni più caldi mai registrati».

Il mese scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato di prepararsi a una maggiore diffusione di malattie virali come la dengue, la Zika e la chikungunya legate a El Nino.

«Possiamo ragionevolmente aspettarci un aumento delle malattie infettive a causa della temperatura», ha dichiarato ai giornalisti Maria Neira, Direttore per l’Ambiente, il Cambiamento Climatico e la Salute dell’OMS.

Durante El Nino, i venti che soffiano a ovest lungo l’equatore rallentano e l’acqua calda viene spinta a est, creando temperature oceaniche superficiali più calde.

Il fenomeno si verifica in media ogni due-sette anni e può durare da nove a 12 mesi, secondo l’OMM.

In genere è associato a un aumento delle precipitazioni in alcune zone del Sud America, degli Stati Uniti meridionali, del Corno d’Africa e dell’Asia centrale.

In passato, ha causato gravi siccità in Australia, Indonesia, parti dell’Asia meridionale, America centrale e Sud America settentrionale.

Maddalena Ingrao

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