AMBIENTE. Blue Economy e Unione Europea

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Introdotto per la prima volta dall’economista belga, Gunter Pauli, nel suo libro Blue Economy. 10 anni. 100 innovazioni. 100 milioni di posti di lavoro (2010), il termine “Economia Blu” e i suoi principi sono diventati fonte d’ispirazione e guida per numerosi programmi dell’Unione Europea in materia agricolo-ambientale. L’autore ha illustrato una nuova forma di economia sostenibile, simile alla Green Economy, ma in sostanza diversa. La Blue Economy si basa infatti sulla “biomimesi”, ossia l’emulazione di alcuni processi biologici e biomeccanici della flora e della fauna terrestre da applicare alle attività umane. Ove la Green Economy punta alla riduzione dell’impatto ambientale da parte delle imprese, la Blue Economy è focalizzata sull’eliminazione completa delle emissioni dannose.

Negli ultimi anni, in Europa, sono stati realizzati diversi programmi di Blue Economy, la quale comprende una serie di attività collegate agli oceani, ai mari e alle coste, coprendo un’ampia gamma di settori emergenti ed interconnessi. L’11 giugno scorso, la Commissione Europea ha pubblicato il Blue Economy Report 2020 fornendo una panoramica di quanto svolto a favore dei settori economici relativi agli oceani e all’ambiente costiero. Con un flusso di 750 miliardi di euro registrato nel 2018, la Blue Economy dell’Unione Europea risultava in buona salute. Le sue attività lavorative, in quell’anno, coinvolgevano 5 milioni di persone e rappresentavano un significativo aumento dell’11.6% paragonato al 2017.

Attualmente, i settori del turismo marino e costiero, così come quelli della pesca e dell’acquacoltura risultano gravemente colpiti dalla pandemia del Coronavirus. Tuttavia la Blue Economy, nel suo insieme, presenta ancora un enorme potenziale in termini di contributo ad una ripresa “verde” e ad una crescita economica sostenibile. Secondo il Commissario Europeo per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca, Virginijus Sinkevičius: «Le energie rinnovabili marittime, il cibo proveniente dal mare, il turismo costiero e marittimo sostenibile, la bioeconomia blu e molte altre attività che costituiscono la Blue Economy, ci aiuteranno ad uscire da questa crisi, rafforzati, più sani, più resilienti e sostenibili. Stiamo facendo tutto il possibile per attenuare l’impatto del blocco, proteggere i posti di lavoro della Blue Economy e il benessere delle nostre comunità costiere, pur conservando le nostre ambizioni ambientali».

Anche se l’ambiente marino è di solito associato alle attività economiche tradizionali come la pesca o il trasporto, esso comprende numerosi settori dell’innovazione tecnologica, incluso quello dell’energia marina rinnovabile. L’Unione Europea, leader mondiale nella tecnologia dell’energia oceanica, è sulla buona strada per produrre fino al 35% di elettricità ricavandola dalle sue fonti in alto mare, entro il 2050. Per la prima volta, il Rapporto affronta in dettaglio la dimensione ambientale della “Blue Economy”, contribuendo così anche al raggiungimento degli obiettivi per la tutela dell’ambiente. Mediante un decremento del 29% di anidride carbonica per unità di valore lordo, attuato tra il 2009 e il 2017, la crescita di pesca e acquacoltura risulta decisamente scissadalla produzione di gas serra. Inoltre, il Rapporto sottolinea la correlazione tra pesca sostenibile e prestazioni economiche positive.

Mariya Gabriel, Commissario per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, la Formazione e la Gioventù, responsabile del Joint Research Centre (JRC),si è così espressa:«Noi continuiamo a sostenere una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo attraverso la “Strategia di Crescita Blu dell’Unione Europea”. Ricerca e innovazione sono i pilastri fondamentali di questa risposta europea. Ci assicureremo che ricerca, innovazione e formazione contribuiscano alla transizione verso un’Economia Blu Europea. Il Rapporto di oggi è parte di tale supporto scientifico. Esso fornisce approfondimenti preziosi sulle prestazioni economiche delle attività marine europee ed evidenzia le aree di azione prioritaria».

Redazione