Finto lo sciopero della polizia algerina

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ALGERIA – Algeri 18/10/2014. Il governo algerino ha raggiunto, il 15 ottobre, un accordo con le forze di polizia, ponendo termine a tre giorni di protesta degli agenti che avevano organizzato un sit-in davanti alla residenza del presidente Abdelaziz Bouteflika chiedendo migliori condizioni di lavoro.

Più di mille poliziotti algerini si erano accampati al di fuori della residenza di Bouteflika ad Algeri in una protesta che avviene in un periodo in cui le unità antisommossa stanno affrontando una serie di scontri nel deserto del sud. «Il governo si riunirà domenica prossima (il 19 ottobre, nda) per affrontare le richieste, in particolare quelle economiche», ha detto il primo ministro Adelmalek Sellal alla televisione di Stato dopo l’incontro con una delegazione. «Abbiamo già risolto 11 richieste» ha poi aggiunto. Le forze di sicurezza raramente protestano nello stato nordafricano, dove il Front de Liberation Nationale e l’esercito dominano la politica dal 1962. Inneggiando alle dimissioni del capo della polizia e cantando l’inno nazionale, gli uomini in divisa blu scuro erano accampati verso l’entrata del complesso presidenziale. Altri agenti inoltre erano scesi in piazza nelle città di Khenchela e Orano; secondo l’agenzia di stampa statale Aps, tra le loro richieste ci sono una migliore retribuzione, migliori condizioni di lavoro e alloggi si servizio per le famiglie. Le proteste ad Algeri erano iniziate il 14 ottobre, quando centinaia di agenti hanno marciato per le strade in solidarietà con i colleghi nella città meridionale di Ghardaia, dopo che i poliziotti erano stati feriti negli scontri tra arabi e berberi (nella foto). I disordini erano scoppiate il 13 ottobre tra le due comunità; Ghardaia, circa 600 km da Algeri, è sede di due comunità mozarabite e la zona è stata spesso teatro di scontri pesanti.