Colloqui segreti algerino-libici

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ALGERIA – Algeri 06/03/2015. Le autorità algerine hanno intensificato i loro sforzi di mediazione tra le parti in conflitto in Libia, alla luce di timori di possibili ripercussioni interne in caso di escalation del conflitto libico, soprattutto di fronte alla difficoltà di controllare il vasto confine tra i due paesi.

L’Algeria sta cercando di disinnescare la minaccia dei militanti e ha aperto i colloqui sia ai gruppi legati ad al Qaeda e alle milizie armate in Libia che ha segretamente incorporato nella possibile soluzione politica. Abdelkader Messahel, ministro algerino per gli affari del Maghreb e dell’Africa ha ricevuto in “segreto” 200 rappresentanti libici.
Il ministro (a destra) ha sottolineato in un comunicato stampa, il 4 marzo, che «nel corso degli ultimi mesi e delle ultime settimane, abbiamo ricevuto 200 persone provenienti della Libia per incontri segreti in cui sono stati firmati dei documenti», riporta il quotidiano al Arab senza menzionare la natura dei documenti firmati e senza fornire alcun nome dei libici. Il ministro ha poi detto che «la situazione in Libia ci è stata imposta dal 2011, quando c’è stato l’intervento della Nato», notando che «nessuno ha ascoltato la posizione dell’Algeria ed ecco il risultato». Messahel ha aggiunto che ciò che sta accadendo in Libia oggi riguarda «in materia di sicurezza interna» l’Algeria, perché «il fenomeno del terrorismo deve essere affrontato con un approccio globale». L’Algeria, afferma il ministro, difende una soluzione politica per la Libia e rifiuta qualsiasi intervento militare straniero attraverso la mediazione del dialogo tra le parti in conflitto in questo paese. Per le autorità algerine la soluzione della crisi libica dipende da due assi principali, la sicurezza in primo luogo lungo il confine con i paesi vicini, e la diplomazia, basata sulla mediazione. È interessante notare, afferma il quotidiano on line che riporta fonti diplomatiche algerine, che le autorità algerine hanno chiesto assistenza al Qatar per far pressione sui gruppi libici per portarli al dialogo e alla fine dei combattimenti.