ALGERIA. Ancora proteste dopo numerosi arresti tra i berberi

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Centinaia di manifestanti algerini si sono riuniti venerdì nella capitale algerina nonostante un’ondata di arresti in vista dell’ultimo raduno settimanale dopo le dimissioni del presidente Abdelaziz Bouteflika. 

Secondo quanto riporta Afp, i manifestanti nel centro di Algeri hanno utilizzato e “brandizzato” la bandiera algerina che è stata uno dei pilastri delle proteste, ma alcuni hanno anche portato i colori berberi nonostante il divieto di esporre la bandiera della minoranza imposto questa settimana dal capo dell’esercito generale Ahmed Gaid Salah, l’uomo forte dell’Algeria dall’estromissione di Bouteflika.

«No al regionalismo, siamo tutti fratelli», hanno intonato i manifestanti. In precedenza la polizia aveva arrestato decine di manifestanti, soprattutto quelli che indossavano o esponevano i colori berberi, che si erano riuniti e si erano mossi dalle sede centrale delle poste della capitale, epicentro delle manifestazioni da quando sono scoppiate per la prima volta in febbraio.

Tutti i venerdì precedenti, dalla caduta di Bouteflika, gli arrestati, dopo l’identificazione, sono stati rilasciati alla fine della giornata di proteste. Gli algerini stanno tenendo proteste di massa da quando il presidente Bouteflika, malato, ha annunciato l’intenzione di chiedere un quinto mandato.

L’anziano leader si è poi dimesso, a causa della forte pressione di piazza, politica ed economica, per farlo dimettere ed è avvenuta solo poche ore dopo che l’alleato Gaid Salah ha chiesto un procedimento di impeachment contro di lui.

Anche se il capo dell’esercito ha ordinato un’ondata di indagini anticorruzione, i manifestanti hanno continuato a chiedere la sua partenza insieme all’intero regime che ha circondato Bouteflika.

Molti gli arresti eccellenti nell’ambito delle indagini sulla corruzione: il 12 giugno è toccato all’ex primo ministro algerino Ahmed Ouyahia. Ouyahia aveva rassegnato le dimissioni il 2 aprile dopo due decenni di mandato sotto la pressione delle manifestazioni di piazza. Ouyahia non è stato l’unico ad essere incarcerato il 12 giugno: Abdelghani Zaalane, ex ministro dei Lavori pubblici e dei trasporti, è stato anch’egli rinchiuso nella prigione di El Harrach, riporta l’algerina Entv.

Dietro le sbarre anche il fratello dell’ex presidente, Said Bouteflika, con l’accusa di corruzione. Si ritiene che Said Bouteflika abbia tenuto le redini del potere in Algeria dopo che il presidente ha subito un ictus nel 2013 che lo ha debilitato; inoltre due generali in pensione a capo di unità di intelligence sono stati imprigionati con simili accuse di corruzione, riporta Ap. 

Graziella Giangiulio