ALGERIA. Algerini in piazza con l’appoggio dell’esercito

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Ancora manifestazioni, stavolta sotto la pioggia, il 22 marzo, per chiedere le dimissioni immediate del presidente Abdelaziz Bouteflika, che sta “lottando” per la sua sopravvivenza politica di fronte alle continue proteste e alla diserzione dei suoi alleati. Sfidando le forti piogge, i manifestanti hanno sventolato bandiere algerine e cartelli chiedendo le dimissioni del ventennale governo di Bouteflika.

Bouteflika, 82 anni, raramente visto in pubblico da quando ha subito un ictus cinque anni fa, ha ascoltato le richieste dei manifestanti la scorsa settimana, invertendo i piani per il quinto mandato e promettendo una politica inclusiva in Algeria, importante paese produttore di petrolio e gas, riporta Reuters.

Ha comunque detto che rimarrà fino all’adozione di una nuova costituzione, prolungando di fatto il suo attuale mandato. Questa mossa ha fatto infuriare ulteriormente gli algerini, e molti degli alleati di Bouteflika, dai membri del partito al potere, ai leader sindacali e ai magnati, gli si sono rivoltati contro.

Nello sviluppo più significativo in un mese di manifestazioni, il capo di Stato Maggiore, generale Ahmed Gaed Salah ha detto che i manifestanti esprimevano «nobili obiettivi» mettendo così il peso dell’esercito a vantaggio dei manifestanti.

L’esercito ha tradizionalmente influenzato profondamente la politica di Algeri, e i soldati sono rimasti nelle loro caserme durante i disordini passati.

Anche il partito al potere, il Fronte di liberazione nazionale, noto con l’acronimo francese Fln, si è schierato dalla parte dei manifestanti.

In passato, Bouteflika e la sua cerchia ristretta di veterani della guerra d’indipendenza del 1954-1962 contro la Francia, i funzionari del Fln e i militari hanno gestito abilmente le crisi precedenti. Quando le rivolte della “primavera araba” hanno rovesciato i regimi nei paesi vicini, Bouteflika ha usato i proventi del petrolio per assicurarsi la fedeltà – offrendo salari migliori per i lavoratori statali, alloggi e prestiti a basso tasso di interesse.

Ma il prezzo del petrolio greggio è sceso nel corso degli anni e i giovani sono alla disperata ricerca di posti di lavoro, chiedendo la fine della corruzione e del nepotismo, modo con cui è gestito il paese nordafricano. Mentre in passato Bouteflika si è dimostrato abile nel manipolare l’opposizione, ora si trova di fronte ad algerini di tutte le classi sociali e di tutte le età che hanno organizzato le più grandi proteste degli ultimi decenni. 

Lucia Giannini