Sono 100 i container pieni di rifiuti tossici provenienti dall’Albania, partiti dal porto di Durazzo e diretti in Thailandia. Inizialmente sono state le autorità del paese asiatico, una volta scoperta la spedizione, a cercare di fermarla, con una parte del carico poi scaricata a Singapore ma ora in attesa dell’istruttoria del PM di Durazzo e dell’Ufficio Anti Frode dell’UE. Questa vicenda ha provocato dure reazioni interne albanesi, con l’opposizione che, oltre a sostenere la complicità del governo, accusa un’acciaieria turca con sede in Albania di averli prodotti, invece, la dogana albanese spiega che questi container di rifiuti tossici partiti da Durazzo contenevano scarti della lavorazione dello zinco prodotti in Kosovo che sono semplicemente transitati dal porto. Da ultimo, indaga anche l’anticorruzione sui chi assegnò il bando per la gestione dei container nel porto di Durazzo e l’inchiesta potrebbe coinvolgere Pirro Vengu, attuale Ministro della difesa, in quanto ha ricoperto la carica di direttore dell’autorità portuale.
Le autorità thailandesi prima della metà di agosto stavano correndo per fermare circa 100 container cui pensavano essere presumibilmente pieni di rifiuti industriali pericolosi, tossici provenienti dall’Albania che avrebbero dovuto raggiungere un porto della nazione. A peggiorare l’allarme, una delle navi che trasportava i container non era più visibile sui servizi di localizzazione marittima. Quindi i funzionari thailandesi dopo aver ricevuto la soffiata, da Basel Action Network, un’organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti che segue il commercio di sostanze tossiche, che i container erano stati caricati su navi in Albania all’inizio di luglio stavano lavorando con la controparte albanese per fermare le spedizioni.
Lo scandalo dei rifiuti tossici spediti via nave dal porto di Durazzo alla Thailandia è proseguito con nuovi risvolti. Dopo l’allarme degli ambientalisti, i container torneranno al punto di partenza. Una parte del carico è stata scaricata a Singapore per poi trasferirlo su un’altra nave che li spedirà in Europa. L’ex presidente albanese Ilir Meta, dall’opposizione, denuncia lo smaltimento illegale di 100 container sostenendo inoltre la complicità del governo nel compimento del crimine ambientale. Da osservare che poiché il paese ne era sprovvisto è stato pubblicato un disegno di legge per consentire l’importazione di rifiuti e la situazione viene definita critica e fuori dal controllo degli apparati statali. Perfino Bloomberg si è occupato a più ripresi della vicenda dedicando ancora un articolo: chiedendo informazioni alle autorità albanesi si è appreso che la sospetta polvere tossica è stata inviata senza l’autorizzazione dell’Albania, ed i funzionari albanesi hanno affermato di stare indagando su come 800 tonnellate di presunti rifiuti industriali pericolosi siano stati trasportati dal suo porto senza autorizzazione, diretti nel sud-est asiatico, dopo che il carico sospetto avrebbe dovuto essere restituito. Nel frattempo, una nave A.P. La Moller-Maersk A/S che trasportava parte del carico sospetto ha scaricato i container a Singapore, dopo aver inizialmente navigato vicino al porto prima di virare per attraccare con una mossa insolita. Nel frattempo circa 40 container che secondo gruppi ambientalisti contengono appunto polveri di rifiuti tossici sarebbero trasferiti su una nave della MSC Mediterranean Shipping Company SA per spedirli in Europa, secondo il sito web di tracciamento delle spedizioni di MSC.
La controversa vicenda dopo oltre due settimane di discussioni continua. La dogana albanese spiega che i cento container contenevano scarti della lavorazione dello zinco prodotti in Kosovo che sono semplicemente transitati dal porto. Invece, un ONG tailandese, Thailand Earth, che ha contributo a denunciare il traffico di rifiuti tossici sostiene che tutti i documenti di carico provengano dall’Albania, confermando le accuse mosse al governo da varie parti. Nel mentre, però, i container sono fermi a Singapore in attesta dell’istruttoria del PM di Durazzo e dell’Ufficio Anti Frode dell’UE. A ciò si è aggiunta la compagnia siderurgica turca che nega di aver mai esportato rifiuti tossici, visto che il Partito Democratico accusa proprio questa acciaieria con sede in Albania di averli prodotti e poi spediti. Fra l’altro si apprende che Kurum ha fermato la produzione ma per questioni legate a difficoltà di mercato e non per i presunti illeciti ambientali, almeno così sostiene.
Da ultimo, l’annosa situazione si allarga, coinvolgendo potenzialmente in maniera diretta membri del governo, in quanto l’autorità anticorruzione sta indagando sui membri della commissione che nel 2017 ha assegnato il bando per la gestione dei container nel porto di Durazzo per 37 milioni di euro, considerato che l’inchiesta potrebbe riguardare anche l’allora direttore dell’autorità portuale Pirro Vengu, ora Ministro della difesa.
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Paolo Romano