Al Qaeda minaccia le democrazie nordafricane

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TUNISIA – Tunisi 27/09/2013. Al Qaeda minaccia le giovani democrazie nate dalla Primavera araba: a lanciare questo allarme è il presidente tunisino Moncef Marzouki.

Il 25 settembre, in un’intervista ad al Monitor che al- Qaeda sta tentando una rimonta in Medio Oriente e che ad alimentare la rabbia è la Siria e il colpo di stato contro i Fratelli musulmani in Egitto. Circa 500 giovani tunisini sono andati in Siria per combattere contro il regime di Bashar al-Assad, ha detto Marzouki, il quale teme che torneranno come jihadisti esperti e capace di influenzare il governo di transizione in Tunisia. «Stiamo facendo del nostro meglio per controllare la situazione» ha detto Marzouki. La Tunisia è a rischio, anche a causa della crescente instabilità in Algeria, Libia, Mali ed Egitto. Marzouki, un laico difensore dei diritti umani che ha trascorso 15 anni in esilio sotto il regime di Zine El Abidine Ben Ali, ha detto che nonostante gli errori non è stato saggio mettere alle corde gli islamisti in Egitto. Mettere al bando la Fratellanza è «la cosa più pericolosa per tutti noi». 

Gli episodi di terrorismo sono aumentati sia in Egitto che in Tunisia. Per gli episodi tunisini, Marzouki ha accusato Ansar al- Sharia, gruppo estremista tunisino vicino ad al-Qaeda.

Per il presidente tunisino, al- Qaeda sta cercando di recuperare le perdite subite in un primo momento dalle rivolte arabe guidate da laici e non dagli islamisti. Il governo di transizione della Tunisia è sotto accusa e attacco per la sua politica aperta nei confronti dei leader dell’opposizione e per lo stallo sul completamento di una costituzione che avrebbe dovuto essere concluso un anno fa.

Ennahda ha accettato sotto pressione per consentire un primo ministro e gabinetto indipendente che sarà nominato nei prossimi mesi per supervisionare le elezioni per un nuovo parlamento e il presidente l’anno prossimo. Marzouki ha detto che i sostenitori del precedente regime in Tunisia erano stati «molto incoraggiatI da ciò che è accaduto in Egitto», anche se ci sono grandi differenze tra la piccola e media borghesia tunisina e il povero Egitto, lo stato più popoloso del mondo arabo .

Marzouki ha inoltre esortato il resto del mondo, ad essere paziente: che ci sono voluti 70 anni per la Francia per consolidare la propria rivoluzione.