Indios contro le multinazionali

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MESSICO – Città del Messico. 22/4/13. Mentre si sta per aprire il summit per la difesa dell’America Latina contro le multinazionali in Ecuador, in Messico, contadini e Indios contro la campagna del governo “contro la Fame”.

Secondo alcune testate messicane, tra cui, http://www.alainet.org, in realtà il programma sarebbe una mano tesa alle multinazionali che stanno spingendo in Messico per poter vendere il loro cibo spazzatura e le bibite analcoliche.
Contadini e indios vogliono continuare a produrre cibo locale e si oppongono al transgenico appoggiato invece dal governo messicano. A spingere per il programma contro la fame, Nestlé e PepsiCo. «Nestlé, sottolineano i media messicani, è stata per più di due decenni, l’obiettivo di un boicottaggio internazionale in molti paesi, per la sua promozione aggressiva dei sostituti del latte materno, che porta ad un aumento della malnutrizione e contribuendo ad aumentare la mortalità infantile, soprattutto nei paesi più poveri. Come rilevano i dati della International Baby Food Action Network, IBFAN, insignito del Premio Nobel Alternativo proprio per queste denunce».
In sua difesa, Rosario Robles, segretario sociale sviluppo, coordinatore dell’iniziativa sostiene che Nestlé ha partecipato al programma Fame Zero in Brasile. Omettendo che la multinazionale doveva trovare una via di uscita dalle proteste della società brasiliana contro il suo operato in Brasile. Altra multinazionale chiamata in campo la Wal-Mart, il più grande supermercato al mondo, la cui storia recente è quella di competere con la produzione interna, fino a far chiudere i piccoli negozi, per arrivare a salari più bassi, decisi in base alla razza.  
Robles ha asserito che «siamo nella società della globalizzazione e del libero mercato». Il progetto ovviamente comprende anche la semina e quindi si prevede anche un intervento di Monsanto (sementi e pesticidi), Cargill e ADM.
 
Tra le speranze delle multinazionali, quella che il governo in cambio di sementi e cibi a gratis, conceda il terreno per la coltivazione commerciale di milioni di ettari di mais transgenico nel Nord del Paese. Tamaulipas e Sinaloa sono le aree interessate, mentre Chihuahua, Coahuila e Durango, vi sono già 12 richieste da parte di multinazionali (11 milioni di euro 985 000 951) per ciascuno per la produzione di tre tipi di mai transgenico.
A protestare contro le multinazionali: la Rete in Difesa del mais, Ceccam, Via Campesina, YoSoy132 Gioventù ambientale al disastro emergenza nazionale e il Movimento Popolare Urbana e di altre organizzazioni, chiamato il 25-30 aprile in una conferenza Contro mais transgenico, che coinvolge, tra gli altri, del Premio Nobel alternativo, Vandana Shiva (India), Pat Mooney (Canada) e Camila Montecinos (Cile). Vanno bene come giudici di altro processo permanente Tribunale nazionale prehearing popolare, questa volta sulla contaminazione da OGM di mais in Oaxaca il 26 e 27 aprile. (Programma http://redendefensadelmaiz.net/).