Un globo più biologico

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USA – Washington – Nonostante un lieve calo tra il 2009 e il 2010, dal 1999 la superficie mondiale coltivata in modo biologico è aumentata sensibilmente tre volte in più fino a raggiungere il volume di 37 milioni di ettari, fonte Worldwatch Institute. I continenti più biologici sono stati nel 2010: Oceania, (tra cui Australia, Nuova Zelanda e isole del pacifico 12,1 milioni di ettari), Europa (10 milioni di ettari) e America Latina (8,4 milioni di ettari).

 


 

New Worldwatch Institute in una relazione dal titolo: “Il raggiungimento di un sistema alimentare sostenibile con l’agricoltura biologica,” esamina la crescita di pratiche biologiche agricole globali e il loro impatto sulla sicurezza alimentare e l’ambiente. L’agricoltura biologica è ormai radicata grazie a standard internazionali, in 84 paesi, che hanno adottato regolamenti biologici. Nel 2009 erano 74. Le definizioni variano, ma secondo la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, l’agricoltura biologica è un sistema di produzione che si basa su processi ecologici, come ad esempio il riciclaggio dei rifiuti, e ancora il biologico ha la caratteristica di essere agricoltura senza apporti chimici, come pesticidi e fertilizzanti. Invece di usare sostanze sintetiche si utilizzano diverse tecniche naturali, come la rotazione delle colture e l’applicazione di compost per i campi – e colture che restituiranno sostanze nutritive per il terreno naturale invece che tramite prodotti chimici. Il vantaggio del coltivare biologico è quello di contribuire alla sicurezza alimentare sostenibile, migliorando l’assunzione di nutrizione e sostenere le condizioni di vita nelle zone rurali, allo stesso tempo ridurre la vulnerabilità al cambiamento climatico e miglioramento della biodiversità. La relazione ribadisce che le pratiche sostenibili associati con l’agricoltura biologica sono ad alta intensità di manodopera. Sempre secondo il rapporto del Worldwatch Institute l’ agricoltura biologica utilizza fino al 50 per cento di energia in meno di combustibile fossile rispetto all’agricoltura convenzionale, e comuni pratiche biologiche – comprese le colture in rotazione, l’applicazione di concime ai campi vuoti, e il mantenimento di arbusti perenni e alberi nelle aziende agricole – stabilizzano i suoli e migliorano la ritenzione idrica, in tal modo la riduzione della vulnerabilità ai modelli atmosferici. Non solo le aziende che producono prodotti biologici hanno una biodiversità più elevata del 30%, compresi gli uccelli, insetti e piante. Infine i dati dimostrano che ad avere più aziende biologiche sono i paesi ricchi. Dal 2009 al 2010, l’Europa ha aumentato la sua estensine di terreni agricoli a coltivazioni biologiche dal nove per cento a 10 milioni di ettari, la più grande crescita in ogni regione. I Paesi con più agricoltori biologici sono stati: India, 400.551 agricoltori; Uganda,188.625; e il Messico, 128826. Anche se i prodotti biologico nei Paesi in via di sviluppo sono molti di più in quanto molti agricoltori non ne richiedono la certificazione ma di fatto il loro metodo è di produzione è biologico.