AFRICA OCCIDENTALE. Il Risiko del Golpe militare

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I colpi di stato militari sembrano essere parte della storia africana postcoloniale, creati dalle tensioni e contrapposizioni in altri scenari della Guerra Fredda.

Nessuna area o porzione del continente africano ne è stata esente. L’Egitto ha avuto il suo colpo di stato del XX secolo nel 1952. Nell’Africa sub-sahariana, il Togo, l’Africa occidentale, è stato il primo paese ad vedere un colpo di stato di successo. Quasi tutti i paesi dell’Africa occidentale hanno subito colpi di stato, riporta DefSecanalitycs Africa.

Nel 1992 solo il Senegal, la Costa d’Avorio e il Gambia non erano governati dai militari; Costa d’Avorio e Gambia son transitati a regimi democratici negli anni ’90 del Novecento. Finora, solo il Senegal e lo stato dell’arcipelago di Capo Verde non hanno mai avuto un regime militare.

Il governo dei militari non ha prodotto però economie di successo: le sfide economiche globali negli anni ’70 colpirono pesantemente l’Africa. Gli aumenti del prezzo del petrolio del 1973 nel mercato globale hanno influenzato immensamente la bilancia dei pagamenti delle fragili economie africane che in più pagavano lo scotto dell’ossessione dei leader di spendere per la propria protezione.

La fine del mondo bipolare successiva al 1989 – 1992 ha tolto il sostegno ai militari dell’una o dell’altra parte della Guerra Fredda. Per inserirsi in un sistema globale a guida liberale, la maggior parte degli stati dell’Africa occidentale ha adottato costituzioni democratiche e ha consentito ai partiti di opposizione di essere nuovamente attivi. In particolare, la maggior parte di queste costituzioni conteneva disposizioni sui limiti di mandato. Il popolo si era opposto al mandato indefinito dei leader.

Il Benin e il Ghana sono stati tra i primi stati a compiere questo passo. In entrambi i paesi, i governanti militari hanno ceduto alle agitazioni interne per avere istituzioni liberali e democrazia elettorale. Seguirono altri paesi come il Mali. La Nigeria è passata più tardi negli anni ’90 dopo la morte di Sani Abacha.

Nel primo decennio del XXI secolo, quasi tutti gli stati della regione erano democratici, almeno in teoria.

Successivamente i vecchi vizi sono tornati a galla: per prolungare la loro permanenza al potere, alcuni leader civili hanno ritoccato le costituzioni per mantenere il potere. Questi fatti, assieme ad altri contingenti, hanno portato ad intermittenti colpi di stato. La leadership civile ha dimostrato di essere resiliente fino al colpo di stato in Mali nel 2020, seguiti a ruota da Guinea e Burkina Faso.

La posizione geografica e le implicazioni geopolitiche li hanno resi strategicamente significativi e geopoliticamente conseguenti.

In primo luogo, la posizione di questi paesi governati dai militari significa che quasi tutti i paesi della regione continentale dell’Ecowas – Cedeao dell’Africa occidentale, ad eccezione del Gambia e della Nigeria, condividono il confine con un paese che ha avuto un colpo di stato. Infatti, la stessa Nigeria condivide il confine con il Ciad controllato dai militari, anche se in Africa centrale. La Guinea confina con gli stati finora instabili del fiume Mano di Liberia, Sierra Leone e Costa d’Avorio. La Guinea-Bissau e il Senegal sono anche vicini allo stato costiero controllato dalla giunta. Nel 2022 la Guinea-Bissau ha quasi perso la sua leadership civile. Il colpo di stato, tuttavia, non ebbe successo. Il Mali condivide i confini con il Senegal, gli stati del fiume Mano. Ghana, Costa d’Avorio, Togo, Benin e Niger sono anche stati controllati dai civili che condividono i confini con il Burkina Faso.

Le ragioni dei recenti colpi di stato variano da paese a paese; sia tutte regna l’insicurezza creata dall’integralismo islamico presente nell’area.

Dopo il secondo colpo di stato in Mali, la giunta ha risposto alle sanzioni rinunciando al “patto” di sicurezza del G5 Sahel. In tal modo centinaia di miglia di aree di confine che il Mali condivideva con gli stati vicini sono diventate molto più rischiose. L’uscita del paese separa anche la Mauritania, importante membro del G5, dal resto dei Paesi ancora aderenti al patto. Alla fine del 2022, il Mali ha sequestrato un certo numero di soldati ivoriani e li ha accusati di sovversione. Ci sono volute molta pressione e persuasione per farli rilasciare. Questo è un chiaro segno di “incompatibilità” tra l’attuale classe di governanti militari e i governi civili con cui i loro paesi condividono i confini.

Attualmente, l’Ecowas – Cedeao ha ammorbidito la sua posizione nei confronti dei governanti militari e ha incoraggiato processi di transizione verso la leadership civile.

Lucia Giannini

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