AFRICA. La rete elettrica africana ha scarsa efficienza

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Il livello di regolamentazione del settore energetico africano è ancora basso con prestazioni inferiori alla media secondo uno studio dell’AfDB, la Banca Africana di Sviluppo. Ciò è dovuto alla mancanza di efficienza degli standard normativi e delle istituzioni già rilevate dal Centro africano di intelligence e monitoraggio economico, riporta Cavie.

La Banca Africana di Sviluppo ha appena pubblicato la terza edizione dell’Index of Electricity Sector Regulation in Africa. Questo studio ha valutato la regolamentazione nazionale dell’energia elettrica di 36 paesi sulla base dei quadri normativi in vigore, l’esercizio dei poteri da parte del regolatore e l’efficacia degli standard e delle istituzioni messe in atto.

Secondo i dati raccolti, il livello medio di regolamentazione del settore elettrico in Africa è basso con un indice di 0,486 su un totale di 1. Ciò è dovuto principalmente alla scarsa efficienza delle istituzioni messe in atto, che si attesta a 0,393 contro 0,688 per l’attuazione del quadro normativo, e a 0,545 per l’attività dei regolatori. I Paesi con i migliori risultati sono l’Uganda (0,801), la Namibia (0,655) e il Kenya (0,633). In fondo alla confezione ci sono il Ciad (0,238) legato con la Repubblica Democratica del Congo e il Gabon (0,250).

Paesi come Angola, Etiopia, Niger e Zimbabwe sono saliti in classifica guadagnando rispettivamente 24, 10, 9 e 15 posti. Il Ruanda e il Senegal, invece, sono scesi rispettivamente di 6 e 4 posti a causa dell’indebolimento dell’efficacia dei loro quadri normativi. Complessivamente, solo il 22% dei Paesi valutati ha un’efficacia degli standard superiore a 0,500.

Per migliorare questa performance, l’AfDB raccomanda una maggiore indipendenza delle autorità di regolamentazione dai governi e dagli attori del settore regolamentato, oltre a fornire a queste istituzioni autonomia finanziaria. Inoltre, il meccanismo di responsabilità delle autorità di regolamentazione deve essere migliorato e i metodi di modifica delle tariffe elettriche devono essere più prevedibili.

Maddalena Ingrao