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Gli Stati Uniti hanno svelato una nuova strategia per l’Africa intesa per dare priorità agli interessi americani e sfidare Cina e Russia attraverso lo sviluppo di partenariati economici, politici e di sicurezza in tutto il continente. Il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, John Bolton, ha delineato una politica in tre parti che prosegue l’attuale approccio degli Stati Uniti alle sue iniziative militari, commerciali e di aiuto in Africa.
Come riporta VoA, ciò che è nuovo è l’impegno più esplicito a perseguire programmi che promuovono inequivocabilmente gli interessi degli Stati Uniti, e un desiderio enfatico di impedire a Pechino e Mosca di fare mosse incontestabili in Africa. Il risultato è una strategia che enfatizza i bisogni americani e le relazioni bilaterali, mentre minimizza le preoccupazioni africane. Sembra un vero e proprio ritorno alla realpolitik della Guerra Fredda, quando gli alleati erano basati sulla loro opposizione al comunismo o all’Unione Sovietica piuttosto che sul buon governo, sui diritti umani, sulla prosperità economica e così via.
Bolton ha menzionato la Cina almeno 15 volte nel suo discorso alla Heritage Foundation; il Sud Sudan, il paese africano più citato, solo cinque volte.
Bolton ha criticato Pechino: «La Cina usa tangenti, accordi opachi e l’uso strategico del debito per tenere gli stati africani prigionieri dei desideri e delle richieste di Pechino (…) Le sue iniziative di investimento sono piene di corruzione e non soddisfano gli stessi standard ambientali o etici dei programmi di sviluppo degli Stati Uniti».
Bolton ha menzionato le preoccupazioni sul debito in Zambia e Gibuti, la nuova base militare cinese a Gibuti, le accuse che la Cina abbia usato dei laser contro piloti americani, e le preoccupazioni che Gibuti potrebbe consegnare il suo porto alle aziende cinesi. Bolton ha dipinto anche Mosca in termini altrettanto negativi, descrivendo un governo interessato solo all’interesse personale: «La Russia avanza le sue relazioni politiche ed economiche con poco riguardo allo stato di diritto o a una governance responsabile e trasparente».
La nuova politica Usa non riconosce molti degli attori che giocano in Africa: India, Iran, Turchia, Arabia Saudita, Qatar e Emirati Arabi Uniti hanno fatto investimenti significativi in Africa, dal Corno a Johannesburg.
Graziella Giangiulio