
Il 09 ottobre 2025 l’aviazione pakistana attacca Kabul, sostenendo che l’obiettivo dell’attacco fosse l’Emiro del Tehrik-e-Taliban Pakistan, Noor Wali Mehsud. L’attacco però non ha avuto successo, infatti l’Emiro ha prontamente smentito con una registrazione audio le affermazioni pakistane secondo cui quella sera si trovasse a Kabul e che l’attacco fosse diretto a lui.
L’attacco aereo è stato per l’Afganistan un atto senza scusa, infatti ha rappresentato l’incipit di una serie di scontri che negli ultimi giorni stanno infuocando la linea Durand, ovvero il confine che separa l’Afganistan dal Pakistan. Questa linea di confine si trova in realtà in un’area popolata da gruppi tribali Pashtun, e per questo ha sempre rappresentato motivo di tensione tra Afghanistan e Pakistan, tanto che i capi dei gruppi tribali Pashtun di entrambi gli stati non riconoscono la validità della linea Durand come confine.
Oltre all’attacco aereo su Kabul, il Pakistan ha bombardato anche un mercato civile nella zona di Murgheh, nella provincia di Paktika, sempre vicino alla Linea Durand. Infatti, in risposta alle ripetute violazioni del territorio afghano e agli attacchi aerei dell’esercito pakistano il Ministero della Difesa dell’Emirato Islamico in Afghanistan chiarisce che le Forze Armate dell’Emirato Islamico, ovvero l’esercito regolare talebano, ha condotto con successo operazioni di ritorsione contro l’esercito pakistano lungo la Linea Durand. Queste operazioni iniziali hanno vissuto una breve interruzione dalla mezzanotte dell’11 ottobre, e secondo prime fonti avrebbero causato la morte di più di 100 soldati pakistani. In quei giorni, il Ministero della difesa affermava che se “il Pakistan dovesse violare nuovamente il territorio afghano, i talebani saranno pronti a difendere il territorio”.
A conferma di ciò il Ministro della Difesa, Mulla Yaqoob ibn Umar, rilasciava una dichiarazione con la quale afferma che l’Afghanistan è leale al capo dei talebani (Hibatullah Akhundzada) e altrettanto importante: “non si muoverà se non dietro un suo ordine”. Grazie a fonti afferenti alla social sfera filo qaedista si apprende che l’esercito talebano ha continuato a schierare soldati in stato di massima allerta nella provincia di Kandahar-Helmand, nella zona di Spin Boldak, vicino all’aeroporto di Kandahar e lungo tutta la zona di confine. In risposta, il Pakistan ha chiuso il valico di frontiera di Torkham. Diverse figure afgane si sono pronunciate sull’accaduto. Zabihullah Mujahid, il portavoce ufficiale dei talebani, accusa il Pakistan di aver chiuso un occhio sulla presenza dell’ISIS sul suo territorio e l’Afghanistan ha il diritto di proteggere i suoi confini aerei e terrestri.
Continua affermando che il Pakistan deve espellere i membri chiave dell’ISIS dal suo territorio dove si nascondono, o consegnarli all’Emirato Islamico perché questi rappresentano una minaccia per molti paesi del mondo, incluso l’Afghanistan. Per quanto riguarda i primi bilanci degli attacchi, sempre Zabihullah Mujahid dichiara che durante l’attacco di rappresaglia dei talebani contro i pakistani è stato sequestrato un gran numero di armi, 58 soldati pakistani sono stati uccisi e altri 30 sono rimasti feriti. Inoltre i talebani hanno preso il controllo di oltre 20 posti di blocco pakistani. L’attacco è stato fermato solo dopo la mediazione di Qatar e Arabia Saudita, ma anche questa mediazione non è servita a dichiarare pace. Mentre scriviamo gli scontri sono ripresi e un primo bilancio dei morti della giornata del 15 ottobre è di 12 civili morti e oltre 100 i feriti.
Segnalati scontri e attacchi in tutte le zone: di Kandahar-Helmand, nella zona di Spin Boldak, vicino all’aeroporto di Kandahar e lungo tutta la zona di confine; i pakistani hanno annunciato attacchi a Kabul.
Dania Piccirilli
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