AFGHANISTAN. Talib reclutano militari afgani

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In attesa di sedersi al tavolo delle trattative, continua il reclutamento dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan. Dopo gli 883 ex membri dell’amministrazione di Kabul che si sarebbero uniti al movimento dei Talebani nel solo mese di luglio, si apprende – da un video report rilasciato da al-Emara Studio – dell’adesione all’Emirato Islamico dell’Afghanistan anche di un comandante di Hezb-e-Islami, Attorney Dadullah, così come di alcuni suoi uomini, dal distretto di Siagard, provincia di Parwan.

Il tutto avviene mentre si intensifica, a detta di fonti stampa locali, la presenza dei Talebani lungo l’autostrada che collega Herat e Badghis, località del sud-ovest del Paese. Nello specifico, si apprende che i collegamenti per la città di Qala-e-Naw, centro della provincia di Badghis, sono stati chiusi.

In merito si è espresso anche il vice governatore di Badghis, affermando che si sta cercando sgomberare l’area dalla presenza dei Talebani e riaprire la viabilità. Sebbene ci siano stati dei problemi, le forze di sicurezza locali tendono quasi a sminuire la presenza dei mujaheddin lungo le vie di collegamento della regione, dichiarando che la loro presenza durerà poco tempo.

Se nel nord ovest del Paese sembrano abbastanza tranquilli, lo stesso forse non si può dire nel sud-est. Secondo quanto dichiara l’Emirato, un checkpoint nell’area di Dando e Mimlah, distretto di Khogyani, a Nangarhar sarebbe stato attaccato la scorsa notte dai mujaheddin, provocando la morte di sette uomini e il ferimento di altri. Secondo quanto riportano i Talebani, due APC (Armoured Personnel Carrier) sarebbero stati sequestrati e altri tre distrutti. Secondo quanto riporta Tolo News, 14 membri delle forze di sicurezza afgane sarebbero stati anche uccisi a seguito di un attacco dell’Emirato nel distretto Khwaja Bahauddin di Takhar, provincia al confine con il Tagikistan. Infine, si apprende anche che 4 membri delle forze di sicurezza afgane sarebbero stati uccisi a seguito di un attacco talebano nella provincia di Nangarhar.

L’Emirato Islamico – oltre le operazioni sopracitate – gioca molto anche sul campo politico-propagandistico: hanno pubblicato un articolo riguardante gli ultimi sviluppi nel Paese e sul ruolo giocato dagli Stati Uniti d’America dopo la Loya Jirga e ancora un comunicato di uno dei due portavoce dell’Emirato, Zabihullah Mujahid, a seguito del rapporto del Dipartimento della Difesa degli USA al Congresso all’interno del quale si afferma che i membri dell’organizzazione al-Qaeda starebbero continuando, in violazione dell’accordo di Doha, a sostenere l’Emirato Islamico dell’Afghanistan. I Talebani, secondo quanto si apprende nel comunicato, respingono tali accuse, considerando tali osservazioni finalizzate a raggiungere obiettivi specifici e dannosi. In propria difesa, Zabihullah Mujahid afferma che i propri mujaheddin sono abbastanza forti da combattere il nemico da soli, senza il supporto di nessuna parte o formazione straniera. L’Emirato Islamico si è impegnato nell’accordo di Doha e continuerà a impegnarsi per prevenire danni agli Stati Uniti d’America e ai suoi alleati dal suolo afgano, onorando la propria parte dell’accordo di Doha. In un tweet rilasciato il 20 agosto, l’Emirato Islamico dell’Afghanistan ci tiene anche a difendersi dalle accuse avanzate dal Presidente afgano, Ashraf Ghani, sul rischio che il rilascio dei prigionieri può portare ai Paesi occidentali. I Talebani respingono al mittente le accuse di essere degli esportatori di droga, dichiarando che proprio durante l’occupazione statunitense il Paese è diventato leader nella produzione e commercio di sostanze stupefacenti. Durante il governo dei Talebani, la produzione di stupefacenti era pari a zero, dichiarano nel medesimo tweet.. In controtendenza

Il Presidente Ashraf Ghani, in un messaggio alle forze di sicurezza, ha detto che “tutte le ‘barriere’ sono state rimosse” al fine di avviare i colloqui intra-afgani che dovranno essere utili per portare una pace dove tutte le tribù dell’Afghanistan vivano insieme in un’atmosfera pacifica e sicura.

Redazione