AFGHANISTAN. Meccanismo di lavoro congiunto sino-talebano

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La Cina e i talebani afghani hanno deciso di istituire un meccanismo di lavoro per intensificare il dialogo, ha annunciato il 27 ottobre Pechino, mentre il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha esortato gli Stati Uniti e i suoi alleati a impegnarsi con i talebani «in modo razionale e pragmatico» per evitare che l’Afghanistan scivoli in una crisi umanitaria e nel caos del terrorismo.

Wang ha fatto le osservazioni a Doha durante i suoi primi incontri con rappresentanti del governo talebani. Gli incontri nella capitale del Qatar hanno segnalato legami più stretti tra Pechino e i talebani: Wang aveva incontrato l’ultima volta i rappresentanti talebani a Tianjin a luglio, poco prima della presa di Kabul, con l’allora capo della Commissione politica Mullah Abdul Ghani Baradar a capo della delegazione.

In un messaggio preregistrato trasmesso dalla Tv di stato iraniana, Wang ha detto che i talebani erano desiderosi di impegnarsi a livello globale. La Cina ospiterà la terza riunione dei «vicini dell’Afghanistan al momento opportuno», ha detto Wang, riferendosi alle discussioni a livello ministeriale con le altre cinque nazioni che confinano con il paese e che hanno un interesse vitale nella sua stabilità.

Il presidente cinese Xi Jinping aveva fatto un appello simile il 26 ottobre dopo una telefonata con il primo Ministro pakistano Imran Khan, chiedendo alla comunità internazionale di inviare rapidamente aiuti umanitari ed economici all’Afghanistan. Xi e Khan hanno anche sollecitato l’aiuto internazionale per il popolo afgano, per «alleviare la loro sofferenza, prevenire l’instabilità» e ricostruire il paese, recita un comunicato del governo pakistano, ripreso da Scmp.

Nel suo primo incontro da luglio con Baradar, ora vice primo ministro ad interim del regime talebano, Wang ha dipinto un quadro fosco dell’Afghanistan: «L’Afghanistan sta affrontando sfide quadruple, vale a dire la crisi umanitaria, il caos economico, le minacce terroristiche e le difficoltà di governance», ha detto Wang, secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri. Gli Stati Uniti e alcuni paesi occidentali «hanno la responsabilità primaria per le difficoltà affrontate dall’Afghanistan», ha detto Wang, in riferimento al caotico ritiro di fine agosto.

«La Cina esorta gli Stati Uniti e l’Occidente nel suo complesso a revocare le sanzioni, e invita tutte le parti a impegnarsi con i talebani afghani in modo razionale e pragmatico per aiutare l’Afghanistan a intraprendere un percorso di sano sviluppo (…) la Cina sostiene gli sforzi per ripristinare la stabilità e ricostruire il paese (…) Pechino continuerà a fornire aiuti umanitari all’Afghanistan nei limiti della sua capacità» ha detto Wang a Baradar. Il mese scorso la Cina ha promesso 200 milioni di yuan di aiuti all’Afghanistan, tra cui forniture alimentari e vaccini contro il coronavirus.

Wang ha anche esortato i talebani ad adottare una politica amichevole verso i vicini e a «dimostrare apertura e tolleranza», specialmente verso i gruppi etnici, le donne e i bambini. Nei suoi incontri con Baradar e con il ministro degli esteri ad interim Amir Khan Muttaqi, Wang ha evidenziato le preoccupazioni di Pechino sulla sicurezza chiedendo ai talebani di reprimere il Movimento islamico del Turkestan orientale e altri gruppi terroristici che rappresentano una minaccia alla stabilità della Cina.

In risposta, Baradar avrebbe giurato di «onorare risolutamente la sua promessa e mai permettere a chiunque o qualsiasi forza di utilizzare il territorio afghano per danneggiare la Cina».

Stando a Xinhua, Wang ha detto che la Cina ha apprezzato la «comprensione da parte dei talebani delle grandi preoccupazioni della Cina» e il loro impegno a rompere con tutte le forze terroristiche e a prendere misure per combatterle risolutamente: «La chiave è come realizzarlo», ha poi detto.

Antonio Albanese