Dall’11 settembre la bandiera dell’Emirato Islamico è tornata a sventolare sul palazzo presidenziale di Kabul per affermare che è tornata al potere la struttura politica dominante nel paese 20 anni dopo che il primo governo talebano è stato rovesciato.
In un’intervista con il Global Times, tabloid del Renmin Ribao quotidiano del Partito comunista cinese, il portavoce dei talebani Suhail Shaheen ha rivelato che i colloqui sulla formazione del governo sono ancora in corso: «Crediamo nell’inclusività del governo». L’ex presidente Hamid Karzai, inoltre, sta prendendo un ruolo attivo nelle consultazioni sulla formazione del governo. Karzai ha presieduto una riunione di diversi anziani, studiosi religiosi e giovani delle province centrali e ha poi detto, via Twitter: «Durante l’incontro, gli oratori hanno chiesto la pace completa e la stabilità nel paese e hanno espresso la speranza che il gabinetto provvisorio sia inclusivo il più presto possibile e che tutto il popolo dell’Afghanistan ne faccia parte (…) Appoggiando le opinioni dell’assemblea, l’ex presidente ha sottolineato la sicurezza e la stabilità del paese e ha detto che l’inclusività del governo rifletterà il volto dell’intero paese». La popolazione hazara, infatti, spera di avere una rappresentanza nel governo talebano. I Talebani stanno parlando anche con altri gruppi etnici.
Nel frattempo, il Pakistan ha preso l’iniziativa per trovare consenso sul nuovo governo afgano. L’obiettivo pakistano è quello di sviluppare rapidamente un consenso regionale che includa una posizione comune sul riconoscimento del governo talebano. Per essere sicuri, la Cina sta sostenendo queste iniziative pakistane.
L’8 settembre si è tenuta una riunione a livello di ministri degli esteri di Pakistan, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan e Cina, tutti paesi vicini all’Afghanistan, il cui esito sarà reso noto più avanti. In particolare, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha svolto un ruolo attivo nelle deliberazioni, esortando i paesi vicini ad «aiutare l’Afghanistan ad uscire dal caos (…) esercitare un’influenza positiva sulla situazione” (…) guidare ed esortare i talebani afghani ad unirsi con tutti i gruppi etnici e le fazioni, costruire una struttura politica ampia e inclusiva, perseguire politiche interne ed estere moderate e prudenti, tracciare una linea chiara con le forze terroristiche, e stabilire e sviluppare relazioni amichevoli con altri paesi, specialmente quelli vicini».
Wang ha detto che i talebani hanno recentemente fatto dichiarazioni positive su questioni come formare un governo, combattere il terrorismo e fare amicizia con i paesi vicini: «Accogliamo con favore le dichiarazioni e la chiave è trasformarle in azioni concrete» ha detto, sottolineando poi che i paesi vicini hanno un «ruolo unico nel fornire un buon ambiente esterno» per la stabilità e la ricostruzione dell’Afghanistan, pur avendo le loro legittime preoccupazioni.
Un risultato tangibile della riunione è che questo tipo di forum è stato istituzionalizzato: l’Iran si è offerto di ospitare la prossima riunione tra circa un mese. Teheran sta camminando sul filo del rasoio: esprime dubbi sulla formazione del prossimo governo, e si impegna con i talebani e mantiene aperto il confine.
Le considerazioni iraniane sulla sicurezza sono al primo posto nel calcolo dell’Iran: il comandante della Forza Quds Esmail Qaani ha informato personalmente il Majlis, a porte chiuse, dati sensibili sulla situazione della sicurezza in Afghanistan.
Qaani è stato la persona di riferimento di Teheran sull’Afghanistan e ha mantenuto buoni rapporti con il leader talebano Sirajuddin Haqqani. Teheran ha espresso la preoccupazione che siamo in atto pressioni per mettere i sunniti contro l’Iran in Afghanistan; velato riferimento ai paesi arabi attivi in Afghanistan, Emirati Arabi Uniti e Qatar; e ha denunciato la scarsa inclusività del suoi governo.
L’Iran ha poi risposto all’invito del capo dell’Inter-Services Intelligence del Pakistan, il generale Faiz Hameed, per un incontro dei capi delle agenzie di intelligence di Russia, Cina, Iran e Tajikistan a Islamabad, riporta Asia Times.
La partecipazione della Russia alla riunione dei capi dell’intelligence a Islamabad segna il rinnovato interesse di Mosca a coordinarsi con il Pakistan sulle questioni di sicurezza e a sfruttare l’influenza di Islamabad con i talebani, nonostante il suo tacito sostegno politico alla rivolta nel Panjshir.
Antonio Albanese