AFGHANISTAN. Kabul entra nella Banca cinese di sviluppo

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La Banca asiatica per gli investimenti nelle infrastrutture, Aiib, a guida cinese  ha formalmente concesso all’Afghanistan la piena partecipazione, portando a 80 i membri dell’Istituto. Il ministero delle Finanze afghano ha annunciato di aver ricevuto un certificato di adesione dalla banca che ha sede a Pechino, a margine di una riunione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale a Washington.

L’Aiib, un’istituzione creata sotto l’amministrazione del presidente cinese Xi Jinping per rafforzare l’influenza globale della Cina, riporta il South China Morning Post, ha approvato l’adesione dell’Afghanistan nel mese di marzo. Con un capitale sociale di 100 miliardi di dollari Usa, si prevede che entro la fine di quest’anno la banca avrà circa 90 membri.

Aiib intende fornire sostegno finanziario a progetti infrastrutturali in Asia ed è ampiamente considerata come la risposta della Cina alla Banca mondiale e alla Banca asiatica di sviluppo asiatico guidata dagli Stati Uniti e dal Giappone. Sempre a Washington, il ministro delle Finanze afghano, Eklil Hakimi ha parlato con il presidente Aiib, Jin Liqun (entrambi nella foto), del sostegno allo sviluppo dell’energia solare e dei collegamenti ferroviari tra Afghanistan, Kirghizistan, Tagikistan, Iran e Cina, recita un comunicato del ministero afgano.

Per Kabul, «l’entrata apre la strada all’attuazione di grandi progetti nazionali», prosegue il comunicato, ripreso da Wadsam. «Per avviare il lavoro di questa cooperazione, nel prossimo futuro il capo della banca e la sua delegazione si recheranno in Afghanistan», prosegue il comunicato.

L’entrata in Aiib  giunge mentre l’Afghanistan continua ad essere sconvolto dal conflitto, quasi 16 anni dopo la caduta del regime talebano. La Cina ha cercato di espandere la propria influenza in Afghanistan attraverso canali economici e diplomatici.

Pechino ha condotto colloqui di intermediazione tra Kabul e le forze talebane e ha fatto alcuni investimenti preliminari nel paese.

Ma gli investitori cinesi hanno avuto dei pesanti contraccolpi come il China Metallurgical Group, ente di proprietà dello Stato, che era divenuta famosa nel 2008 per aver vinto i diritti per lo sviluppo della miniera di rame Mes Aynak, ma il progetto è stato ripetutamente ritardato e la miniera non è ancora pienamente operativa.

Secondo i dati del ministero del Commercio cinese, alla fine di luglio gli investimenti in Afghanistan in Cina sono stati pari a soli 425 milioni di dollari.

Graziella Giangiulio