AFGHANISTAN. Il risveglio di Al Qaeda

202

A distanza di pochi giorni dal ventennale dell’11 settembre si può cominciare tracciare il filo conduttore dei nuovi obiettivi mediatici di al Qaeda.

La settimana precedente all’11 settembre tutti i canali social filo al Qaeda, e quelli ufficiali hanno postato una serie di link dedicati alla giornata dell’11 settembre. Alcuni canali di simpatizzanti hanno promesso ai follower dei materiali inediti, ma in realtà il materiale ha focalizzato l’attenzione sul prima e dopo l’11 settembre. In un opuscolo dal titolo 11 Settembre: Non possiamo ricominciare da capo?! Si legge: «L’idea di utilizzare un aereo civile come arma di guerra e distruzione di massa non esisteva (Per conoscere la storia dell’incursione di Manhattan, guarda il film documentario “Museirat guerres“) prima degli attentati dell’11 settembre. Infatti, è stata la prima volta nella storia dell’aviazione che aerei civili sono stati utilizzati per scopi jihadisti. Le operazioni dell’11 settembre sono quelle che da diversi secoli hanno inflitto i maggiori danni fisici, economici e psicologici agli adoratori della Croce. Nonostante l’aspetto spettacolare e gigantesco dell’operazione, resta fattibile e anzi non impossibile da realizzare. Questa possibilità non è limitata solo a gruppi o organizzazioni jihadisti, ma a qualsiasi musulmano in grado di svolgere un’operazione da “lupo solitario”».

L’11 settembre per al Qaeda è solo il nuovo punto di partenza, una sorta di pietra miliare storica che porterà alla vittoria del jihad, e come esempio al Qaeda parla dell’Afghanistan.

Sempre nella stessa data è stato editato un video di Ayman al Zawahiri. E anche in questo caso, nonostante la data significativa, il successore di Osama bin Laden, cita l’attacco terroristico solo di sfuggita, e anche allora nel contesto del ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan. Il video inizia con una commemorazione dei sostenitori e dei partecipanti morti di Al-Qaeda. Poi, Al-Zawahiri ha elogiato il contributo dei precedenti leader di Al-Qaeda nella penisola arabica e di Al-Qaeda nel Maghreb islamico AQIM, votati alla causa del terrorismo internazionale, e ancora parole per il leader del gruppo Ansar Beit Al-Maqdis giustiziato in Egitto, comandanti sul campo e ideologi del Hurras al-Din che attualmente opera in Siria, sotto il cappello di al Qaeda. Nell’audio Ayman al Zawahiri, per qualche ragione, ha dimenticato i fedelissimi uccisi in Iran e Afghanistan. Secondo alcuni analisti questo accade perché Ayman nel frattempo potrebbe essere morto.

Alla menzione dell’Afghanistan, Ayman al-Zawahiri ha dato la parola al nuovo leader di AQIM, Abu Ubaydah Yusuf Al-Annabi. Nonostante il discorso di Al-Annabi fosse accompagnato da filmati moderni dall’Afghanistan, anche il militante non ha menzionato gli eventi attuali. Invece, ha parlato del presidente Trump, ha elogiato i talebani e ha invitato i jihadisti a essere pazienti e uniti. Al-Zawahiri ha sostenuto il collega nel chiedere l’unificazione, ma lo ha fatto in modo paradossale, accusando lo Stato islamico di essere scismatico.

Intervenendo su questo argomento, Al-Zawahiri ha affermato che non è facile per i jihadisti ovunque: in Palestina, in Kashmir, a Grozny, a Idlib, a Kashgar e in Waziristan.

In maniera provocatoria dunque al Qaeda ha messo in difficoltà la nuova leadership talebana, menzionando i distretti situati in Pakistan e Cina perché ora è noto a tutti i servizi speciali del Pakistan cooperano strettamente con i talebani e il nuovo governo dell’Afghanistan che conta sull’assistenza economica della Cina. Al Qaeda dunque ha messo i puntini sulle “iii”, se da un lato si è congratulata per la presa dell’Afghanistan dall’altro ha fatto sapere che non intende abbandonare la lotta.

Infine, Ayman al-Zawahiri ha ricordato ancora una volta la necessità di essere pazienti, perché la jihad dei terroristi dovrebbe trascinarsi per diverse generazioni per logorare il nemico e ottenere il risultato desiderato nella lotta, come è stato in Afghanistan.

Come esempio di attività terroristiche di successo, Az-Zawahiri ha citato un attacco terroristico commesso Hurras al Din contro le forze armate russe in Siria. Secondo lui, il gruppo è riuscito a bypassare piccole contraddizioni con altre organizzazioni, in particolare con Hayat Tahrir Al-Sham (HTS), e hanno effettuato un attacco congiunto. Questo è esattamente il modo in cui Al-Zawahiri ha proposto di agire in futuro: unire gli sforzi nella lotta contro un nemico comune.

Di interesse una decisione storica quella di non entrare in conflitto con lo Stato Islamico. Ricordiamo che HTS deve il suo aspetto non ad Al-Qaeda, ma allo Stato Islamico, che ha creato l’ala siriana sotto forma del gruppo Jabhat Al-Nusra. E che, a sua volta, avvalendosi dell’appoggio di Al-Qaeda, ha interrotto i legami con IS e dopo una serie di riformattazioni è arrivato a HTS.

Anche se non è chiaro come Al-Zawahiri unirà i jihadisti senza risolvere le divergenze con lo Stato Islamico il futuro vede nuovi assetti. Di sicuro al Qaeda si aspetta che l’Afghanistan resti una terra di addestramento e riposizionamento di fuggitivi, si aspetta armi e finanziamenti, anche se i talebani al momento sono molto interessati ai rapporti con la Cina e il Pakistan. Di certo le cellule di al Qaeda da ora in poi sono chiamate ad operare ovunque anche come lupi solitari quindi anche in Occidente.

Graziella Giangiulio