AFGHANISTAN. Il nemico interno dell’Emirato Islamico: gli hazara e la Liwa Fatemiyoun

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I timori per una nuova guerra civile in Afghanistan crescono e mentre i colloqui di pace con il governo afgano ristagnano, i talebani dicono di aver il controllo su circa l’80% del paese, circondando la maggior parte delle città principali. L’Iran, paese confinante, si sta preparando ad una nuova fase del conflitto interno afgano mobilitando una sua milizia, la sciita Liwa Fatemiyoun, cioè lo Stendardo Fatimide, facendo riferimento a Fatima la figlia di Maometto.

La Fatemiyoun è formata da rifugiati afghani sciiti in Iran e da membri della minoranza sciita hazara in Afghanistan. Gli hazara costituiscono attualmente dal 9 al 10% della popolazione totale dell’Afghanistan che conta 38 milioni di persone. Secondo la tradizione gli hazara sarebbero i discendenti dei soldati mongoli di Gengis Khan. Considerati infedeli dai talebani sunniti e bersaglio di attacchi dagli anni ’90, centinaia di migliaia di hazara sono fuggiti in Iran, che li ha “accolti” e utilizzati alla bisogna, anche nella milizia.

Secondo lo United States Institute of Peace, i membri di Fatemiyoun sono «per lo più tra i 20 e i 30 anni (…) motivati principalmente dalla privazione economica e dalla vulnerabilità dovuta al loro status di migranti»; l’Iran ha offerto a questi rifugiati e alle loro famiglie il pagamento, la cittadinanza e altre protezioni legali in cambio del servizio nella brigata, secondo il Middle East Institute. L’Iran li ha utilizzati in diversi fronti come Yemen e Siria.

Il numero di uomini della Fatemiyoun che l’Iran ha schierato in Siria, per combattere Daesh per conto del presidente Bashar al-Assad, è tra i 20.000 e i 50.000. L’Iran starebbe ora inviando di nuovo gli uomini della Fatemiyoun in Afghanistan, con migliaia di persone già nel paese, in caso di guerra civile che minuii gli sciiti ma più correttamente per evitare che le scintille del conflitto afgano passino in Iran, già instabile per motivi interni.

Il governo afgano non ha esplicitamente messo fuori legge i Fatemiyoun e ha fatto pochi commenti pubblici sulla presenza della milizia. Rahmatullah Nabil, capo dell’intelligence afgana dal 2010 al 2012 e dal 2013 al 2015, ha detto a Radio Free Europe nel febbraio 2020 che i Fatemiyoun non rappresentano una «minaccia immediata alla sicurezza nazionale afgana», aggiungendo che alcune migliaia sono tornati. Lo United States Institute of Peace stima il numero totale di combattenti Fatemiyoun tra le 30.000 e le 60.000 unità.

Nel 2019, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha designato la Liwa Fatemiyoun in Siria un’organizzazione terroristica «per aver fornito supporto materiale» alla Guardia Rivoluzionaria iraniana, insieme ad altri gruppi che hanno aiutato l’Iran in Siria.

I talebani vedono il Fatemiyoun come una estensione dell’Iran; allo stesso tempo, gli hazara e altri gruppi etnici in Afghanistan hanno iniziato a prendere le armi e a formare milizie proprie, in caso l’Emirato Islamico tornasse al potere.

Molti hazara sono nei ranghi della milizia e sono veterani esperti del conflitto siriano e hanno forti connessioni nell’establishment iraniano, tutto ciò li rende potenzialmente una minaccia al dominio territoriale talebano che ha agitato le notti della politica della Repubblica Islamica. Nel frattempo, i talebani non hanno cercato di stabilire legami con il Fatemiyoun, riporta Frontline.

Luigi Medici