AFGHANISTAN. Il caos politico di Kabul influenza i colloqui Kabul-Talebani

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Funzionari del governo afgano stanno conducendo colloqui con rappresentanti dell’Emirato islamico talebano dopo la recente ondata di attentati terroristici.

Secondo quanto riporta Press Tv, «Il capo dell’intelligence afgana Masoom Stanikzai e il capo della sicurezza nazionale Mohammed Hanif Atmar continuano a dialogare separatamente con i Talebani». Questa serie di colloqui segreti con il gruppo terroristico riflette il desiderio espresso a Kabul di porre fine alla militanza talibana, che si è protratta per 17 anni, dopo che l’invasione militare statunitense del paese ha rovesciato il governo talebano.

Il problema che si pone a seguito di questi colloqui è, però, politico: nessuno dei principali funzionari della sicurezza afgana «sta parlando con l’altro o con il Consiglio di pace», istituito da Kabul per discutere della pace con i Talebani. Anche i disaccordi all’interno del governo afghano si sono ampliati, e i talebani continuano a guadagnare sempre più territorio in tutto il paese, nonostante il recente dispiegamento di migliaia di altre truppe statunitensi nel paese.

Secondo Ap, Hakim Mujahid, membro del Consiglio supremo di pace, Stanikzai continua a mantenere contatti regolari con il punto di contatto talebano per i negoziati, il mullah Abbas Stanikzai, senza coordinarsi.

Nel frattempo, rappresentanti di decine di paesi si incontreranno nella capitale afghana nel corso del mese per la seconda volta, la prima si è svolta a giugno, per discutere del Processo di Kabul, volto a creare un cammino verso la pace.

L’ultima ondata di violenza sta tagliando le opzioni per il presidente afghano Ashraf Ghani, che sta anche gestendo una crisi all’interno del proprio governo. Donald Trump ha recentemente ordinato bombardamenti più intensi contro le posizioni talebane, che potrebbero scatenare ulteriori violenze da parte dei talebani. 

L’ex numero due dei Talebani, Aga Jan Motasim, che è vicino al leader talebano, Mullah Habaitullah Akhunzada, ha dichiarato di voler essere un ponte tra il governo e i Talebani. Secondo Press Tv, starebbe fungendo da punto di contatto tra Kabul, dove parla con il governo e la Turchia, da cui può contattare i suoi ex sodali talebani.

I talebani hanno acquisito il controllo di più della metà dell’Afghanistan: il 70%, è sotto il controllo diretto dei talebani o sotto la loro influenza.

L’ispettore generale speciale per la ricostruzione afghana, Sigar, ha dichiarato, alla fine dell’anno scorso, che 72 dei 120 miliardi di dollari spesi in Afghanistan, da quando è iniziato l’intervento Usa, sono andati nella sicurezza del paese; il Sigar poi si chiede: «Chiaramente, i tempi sono maturi per chiedersi perché un’impresa iniziata nel 2002 e costata 70 miliardi di dollari non abbia finora prodotto maggiori dividendi».

Maddalena Ingrao