AFGHANISTAN. Il 97% della popolazione sotto la soglia di povertà

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Le Nazioni Unite, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e la comunità dei donatori hanno messo in guardia sulla catastrofe umanitaria che sta emergendo con l’imminente collasso dell’economia afgana.

Il ritiro delle forze americane e alleate dal paese, che ha portato alla disintegrazione della Repubblica Islamica dell’Afghanistan e alla presa di potere dei talebani, è stato seguito dal taglio della maggior parte dell’assistenza esterna e dal congelamento della maggior parte delle riserve monetarie dell’Afghanistan, eliminando così il 40% del prodotto interno lordo del paese e il 75% del bilancio del governo. Anche il sistema bancario è sull’orlo del collasso e la moneta (l’afghano) sta perdendo rapidamente valore.

Non a caso i talebani dal mese di settembre hanno requisito tutta la moneta estera presente sul territorio e hanno vietato l’export di moneta estera in modo particolare il dollaro. Naturalmente il provvedimento non ha sortito alcun effetto dal punto di vista del bilancio pubblico. In aiuto agli afghani è arrivato il Pakistan che sta vendendo e comprando moneta afghana valutandola in moneta pakistana.

A peggiorare la crisi umanitaria una siccità prolungata, e la pandemia da COVID-19 per cui al momento in Afghanistan mancano strutture sanitarie per contrastare il virus.

Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo ha avvertito che «l’Afghanistan vacilla sull’orlo della povertà universale», con ben il 97% della popolazione in pericolo di cadere sotto la soglia di povertà entro la metà del 2022. Il Programma Alimentare Mondiale stima che solo il 5% delle famiglie afgane ha cibo sufficiente per mangiare ogni giorno e prevede che l’Afghanistan è pronto a diventare la più grande crisi umanitaria del mondo. Il capo umanitario dell’ONU lamenta che l’economia dell’Afghanistan si sta disfacendo «davanti ai nostri occhi».

Ricordiamo che il governo ha avviato alcuni progetti nella zona nord di Kabul come acquedotti e sta pagando i suoi dipendenti con cibo. Inoltre l’agricoltura sta perdendo molti soldi perché il Pakistan apre i confini per poche ore, o giorni e la merce deperisce in Afghanistan senza raggiungere i soliti mercati pakistani.

La comunità internazionale, secondo, Atlanticcouncil, si sta preparando a fornire maggiore assistenza umanitaria all’Afghanistan, e la Banca Mondiale sta rilasciando alcuni fondi per sostenere questo sforzo. Ma c’è bisogno di più aiuto per evitare il disastro. Oltre al cibo e alle medicine, l’Afghanistan ha bisogno di un mezzo di scambio stabile e di un sistema bancario funzionante per evitare di andare incontro a un diffuso fallimento economico e di governance.

Gli operatori sanitari, gli insegnanti e altri lavoratori essenziali devono essere pagati se si vogliono mantenere le funzioni più basilari dello stato. Gli afghani comuni meritano l’accesso ai loro fondi, ora congelati nelle banche che diffidano delle sanzioni statunitensi e internazionali e del potenziale collasso del sistema finanziario afghano. Gli afgani all’estero hanno bisogno di meccanismi finanziari per inviare rimesse ai loro parenti, alcuni dei quali sono stati lasciati indietro dalle macchinose regole statunitensi su chi si qualifica per lo status di rifugiato e immigrato.

Graziella Giangiulio