I talebani dicono no a Ghani

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AFGANISTAN – Kabul 10/01/2015. Il presidente afgano Ashraf Ghani ha offerto alcuni posti nel nuovo governo afghano ai talebani che, però, li hanno respinti.

L’Afghanistan è stato senza un governo per quasi tre mesi, uno status quo ampiamente criticato dalla società civile e dei legislatori afgani, e anche dai talebani. Il fallimento del presidente Ghani (nella foto) nel formare un governo è stato in parte causato dai suoi contrasti con il suo “premier”, Abdullah Abdullah. Abdullah, che è stato il principale antagonista di Ghani, e il presidente hanno idee molto diverse su politiche e uomini necessari per il nuovo Afghanistan: ciò ha creato difficoltà nel formare un governo. Tuttavia, Ghani ha promesso di creare un governo duunità nazionale in una settimana, poiché la continuazione di questo status quo è intollerabile. In questo spirito, il team di Ghani ha offerto ai talebani tre posizioni. Mullah Zaeef, ex ambasciatore talebano in Pakistan, Wakil Muttawakil, l’ex ministro degli Esteri talebano, e Ghairat Baheer, parente stretto del signore della guerra Gulbuddin Hekmatyar sono stati contattati dagli uomini di Ghani. I posti previsti per loro erano il Ministero degli affari rurali, il Ministero dei confini; il Ministero della Hajj e degli affari religiosi. Ghani avrebbe considerato anche di nominare governatori talebani in tre province meridionali: Nirmuz, Kandahar, Helmand. Ma se il governo afgano non ha ancora commentato la notizia, i talebani hanno rifiutato l’offerta per la firma di accordi di sicurezza che consentano ai soldati stranieri e americani di rimanere in Afghanistan. Altre richieste dei talebani per l’adesione del governo includono modifiche alla costituzione e l’immunità dai procedimenti giudiziari. Qualsiasi decisione dei talebani di unirsi al governo, apparirebbe controversa, soprattutto dal punto di vista degli alleati occidentali dell’Afghanistan. Non è ancora chiaro se i talebani si stiano impegnando nei colloqui per la normalizzazione o stiano semplicemente utilizzando i colloqui come tattica dilatoria per avere una qualche legittimazione. Tuttavia, la crescente sfiducia del Pakistan verso i talebani afghani e gli sforzi cinesi di intermediazione nei colloqui tra i talebani e il governo afghano suggeriscono che i talebani siano seriamente interessati alla normalizzazione se fossero soddisfatte le giuste condizioni. Una tale mossa in definitiva stabilizzerebbe il paese, per quanto sgradevole possa sembrare ai partner occidentali.