I Talebani dicono di non voler monopolizzare il potere, ma insistono che non ci sarà pace in Afghanistan finché non ci sarà un nuovo governo negoziato a Kabul e il presidente Ashraf Ghani sarà rimosso. The Associated Press riporta le parole di Suhail Shaheen, membro del team di negoziazione, che ha esposto la posizione dell’Emirato Islamico, su ciò che dovrebbe avvenire nel prossimo futuro.
Nelle ultime settimane i talebani hanno conquistato rapidamente il territorio, si sono impadroniti del 90 % dei valichi di frontiera e stanno minacciando una serie di capitali provinciali, mentre gli ultimi soldati statunitensi e della Nato lasciano l’Afghanistan. «I confini dell’Afghanistan con il Tagikistan, l’Uzbekistan, il Turkmenistan e l’Iran, o circa il 90% del confine, sono sotto il nostro controllo», ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid alla RIA Novosti.
Gli afgani che possono permetterselo stanno chiedendo a migliaia i visti per lasciare l’Afghanistan, temendo una nuova discesa nel caos. Il ritiro degli Stati Uniti e della Nato è completo per oltre il 95% e dovrebbe essere terminato entro il 31 agosto.
Shaheen ha detto che i Talebani deporranno le loro armi quando un governo negoziato accettabile per tutte le parti in conflitto sarà installato a Kabul e il governo di Ghani se ne sarà andato: «Voglio chiarire che non crediamo nel monopolio del potere, perché tutti i governi che hanno cercato di monopolizzare il potere in Afghanistan in passato non hanno avuto successo. Quindi non vogliamo ripetere la stessa formula».
Shaheen ha definito un guerrafondaio Ghani e lo accusato di aver usato il suo discorso in occasione dell’Eid-al-Adha per promettere una nuova offensiva contro i talebani. Shaheen ha respinto il diritto di Ghani a governare, riesumando le accuse di frode diffusa che hanno circondato la vittoria elettorale di Ghani nel 2019. Dopo quel voto, sia Ghani che il suo rivale Abdullah Abdullah si sono dichiarati presidente. Dopo un accordo di compromesso, Abdullah è ora il numero 2 del governo e guida il consiglio di riconciliazione.
Ghani ha spesso detto che rimarrà in carica fino a quando nuove elezioni potranno determinare il prossimo governo.
Shaheen ha detto che sotto questo nuovo governo, le donne potranno lavorare, andare a scuola e partecipare alla politica, ma dovranno indossare l’hijab, o velo. Ha detto che alle donne non sarà richiesto di avere un parente maschio con loro per uscire di casa, e che i comandanti talebani nei distretti appena occupati hanno ordinato che le università, le scuole e i mercati funzionino come prima, anche con la partecipazione di donne e ragazze.
Tuttavia, la realtà locale ha mostrato l’esatto contrario. Shaheen ha detto che alcuni comandanti talebani hanno ignorato gli ordini della leadership contro il comportamento repressivo e drastico e che diversi sono stati giudicati da un tribunale militare talebano e puniti.
Shaheen ha detto che non ci sono piani per un’offensiva militare su Kabul e che i Talebani si sono finora “trattenuti” dal prendere i capoluoghi di provincia. Ma ha avvertito che potrebbero, date le armi e l’equipaggiamento che hanno acquisito nei distretti appena catturati attraverso i negoziati, non combattimenti: «Non sono caduti attraverso i combattimenti… sarebbe stato molto difficile per noi prendere 194 distretti in sole otto settimane».
I Talebani controllano circa la metà dei 419 centri distrettuali dell’Afghanistan, e mentre non hanno ancora catturato nessuna delle 34 capitali provinciali, stanno facendo pressione su circa la metà di esse.
Anna Lotti