AFGHANISTAN. Autosufficienza economica e cambio generazionale: ecco i nuovi talebani

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La rinnovata capacità finanziaria dei talebani potrebbe rendere vano la pressione della comunità internazionale nei negoziati sull’assetto dell’Afghanistan del dopoguerra.

Secondo uno studio Nato, ripreso da Rferl, i talebani «hanno raggiunto, o sono vicini a raggiungere, l’indipendenza finanziaria e militare», uno scenario che potrebbe permettere al gruppo di rinnegare gli impegni presi col piano di pace mediato dagli Stati Uniti per porre fine alla guerra. «Questa indipendenza finanziaria permette ai talebani afghani di autofinanziare la loro insurrezione senza bisogno di sostegno da parte di governi o enti di altri Paesi (…) Inoltre, probabilmente, fornisce anche un’assicurazione per la continuazione dei rapporti dei talebani con altri gruppi terroristici tra cui Al-Qaeda».

I Talebani hanno ampliato il loro potere finanziario negli ultimi anni attraverso l’aumento dei profitti del traffico di droga, dell’estrazione mineraria illegale e delle esportazioni; il gruppo avrebbe guadagnato un miliardo e 600 milioni di dollari nel suo ultimo anno finanziario.

La crescente abilità monetaria dei Talebani è stata supervisionata dal Mullah Mohammad Yaqoob, il nuovo capo militare che ha assunto il finanziamento del gruppo.

L’obiettivo «è quello di raggiungere l’indipendenza dei talebani afghani, cioè di sfruttare il potenziale di guadagno nelle regioni sotto il suo controllo militare per consentirgli di operare senza bisogno di sostegno finanziario, politico o militare esterno».

Il rapporto avverte che il crescente potere finanziario dei Talebani potrebbe «mettere (i talebani) al di là delle pressioni per rispettare gli obblighi di tagliare i legami con Al-Qaeda e altri gruppi terroristici (…) se non si intraprende un’azione globale, i talebani rimarranno un’organizzazione estremamente ricca, con un flusso di finanziamenti autosufficiente e un sostegno esterno da parte dei Paesi della regione (…) il suo ruolo di forza destabilizzante, non solo nell’Asia meridionale ma a livello globale, sarà rafforzato solo dal ritiro degli Stati Uniti dal teatro afghano e dal previsto ritorno all’equazione di potere a Kabul (…) i talebani hanno sviluppato i loro accordi di finanziamento per diventare un’entità politica e militare indipendente», dice il rapporto.

Sebbene il mullah Yaqoob sia ritenuto dagli esperti a sostegno di un accordo di pace, non è chiaro quale impatto potrebbe avere un cambiamento di leadership in cima ai Talebani per il processo di pace.

Il mullah Yaqoob era praticamente sconosciuto fino al 2015, quando i Talebani hanno riconosciuto la morte di suo padre, il mullah Omar, morto più di due anni prima in Pakistan. Da allora, ha consolidato il potere divenendo recentemente capo militare. Sarebbe riuscito ad assicurarsi il controllo della maggior parte della vasta rete finanziaria dei Talebani, istituendo una commissione finanziaria nel 2016 per massimizzare le entrate; sotto la sua guida, i talebani si sono «spostati di proposito in regioni dell’Afghanistan con risorse minerarie sfruttabili e sono stati in grado di costruire le loro finanze, per loro stessa ammissione, oltre le loro aspettative (…) raffinando i metodi di tassazione e costruendo mercati di esportazione attraverso relazioni con le imprese di commercio all’ingrosso e di esportazione di una vasta gamma di prodotti, dal carbone e sale alle pietre preziose, compresi rubini e smeraldi».

Le entrate dichiarate dai Talebani, pari a 1,6 miliardi di dollari, corrispondono alle cifre fornite dal Comitato per le sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che a maggio 2020 ha dichiarato che i guadagni del gruppo «vanno da 300 milioni di dollari a oltre 1,5 miliardi di dollari all’anno».

La chiave per l’aumento delle entrate è stato il profitto dell’industria mineraria, che è passato da 35 milioni di dollari nel 2016 a 464 milioni di dollari nel 2020; Cina e Emirati Arabi Uniti sono stati i maggiori acquirenti delle materie prime. Anche il traffico illecito di oppio è rimasto una delle principali fonti di reddito per i Talebani. Circa il 90% dell’eroina mondiale proviene dalla valle del fiume Helmand, roccaforte talebana nel sud dell’Afghanistan. Il rapporto Nato dice che il mullah Yaqoob sta cercando di porre fine alla dipendenza esterna attraverso l’autosufficienza finanziaria.

L’espansione del potere finanziario dei Talebani fa anche parte del tentativo del mullah Yaqoob di sostenere il suo tentativo di diventare il leader indiscusso dei Talebani; ha «abilmente e opportunisticamente usato la malattia dei leader talebani anziani con Covid-19 per espandere il suo controllo sull’organizzazione».

A quanto si sa, sia Haibatullah Akhunzada che Sirajuddin Haqqani hanno contratto il coronavirus. Il rapporto avverte che l’ascesa del mullah Yaqoob «segnala un passaggio generazionale dalla “vecchia guardia” del mullah Omar a una coorte più opportunistica e, forse, brutale». Il mullah Yaqoob «ora detiene sia il potere finanziario che militare, e finché sarà in grado di consolidare questa presa prima di una prevista serie di shura, o riunioni consultive, più avanti nel 2020, sarà probabilmente confermato formalmente come leader supremo dei Talebani», si legge nel rapporto.

Antonio Albanese